Torna in carcere l’ex presidente Chen Shui-bian
Dopo 12 ore di camera di consiglio, la Corte accoglie l’appello del pubblico ministero contro la liberazione, per la gravità dei reati e il rischio di inquinamento delle prove. Chen insiste che “continuerà a lottare per il suo buon nome”. Il processo previsto per marzo.

Taipei (AsiaNews/Agenzie) – E’ tornato oggi nel carcere di Tucheng l’ex presidente Chen Shui-bian, accusato di corruzione, sottrazione di fondi pubblici, falso e riciclaggio di denaro.

Arrestato il 12 novembre e liberato su cauzione dal tribunale il 13 dicembre, la Corte distrettuale di Taipei, dopo 12 ore di camera di consiglio, ha accolto l’impugnazione proposta dal pubblico ministero e ha ripristinato la detenzione per la gravità dei crimini addebitati e il rischio che inquini le prove.

Dopo l’arresto, il suo legale Cheng Wen-lung ha detto che Chen “ringrazia per la solidarietà ricevuta. Continuerà la battaglia per difendere il suo nome”.

Chen è indagato insieme a 12 tra familiari e collaboratori e si è sempre dichiarato vittima di un complotto politico dovuto alla sua accesa posizione indipendentista e anti-Pechino. Accusa respinta dalla Cina e dal Partito Kuomintang dell’attuale presidente Ma Ying-jeou.

Il pubblico ministero sostiene che per la gravità dei crimini chiederà il massimo della pena. Esperti osservano che Chen può essere condannato all’ergastolo, se riconosciuto colpevole di tutte le accuse.

Si prevede che il processo inizi a marzo. Nel 2009 ci saranno anche le elezioni locali e il Partito democratico progressista di cui Chen è stato presidente, teme di essere molto penalizzato dalla pubblicità negativa.