Palestinesi, il “giorno della collera”, mentre l’attacco israeliano è al 7° giorno
di Joshua Lapide
Ucciso Nizar Rayan, un capo di Hamas, insieme alle sue 4 mogli e a 10 dei suoi figli. Allerta dell’esercito a Gerusalemme per possibili violenze di palestinesi alla spianata delle Moschee. Stranieri invitati a lasciare Gaza, mentre si ammassano truppe e carri armati alle frontiere.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Un “giorno della collera” è stato lanciato dai palestinesi per oggi, venerdì, giorno sacro ai musulmani, contro Israele che ha inziato oggi il 7° giorno di attacchi aerei e navali contro Gaza. Ieri è stato ucciso Nizar Rayan, uno dei capi di Hamas.

Le forze israeliane sono in stato di allerta per far fronte a possibili disordini, dopo la preghiera del venerdì. La vigilanza alle frontiere con la West Bank è stata rinforzata; anche la città vecchia a Gerusalemme e soprattutto la spianata delle Moschee. La polizia israeliana limita l’accesso alla spianata solo ai palestinesi ultra-50enni residenti a Gerusalemme. Sono esclusi i giovani e i palestinesi da altre zone.

La chiamata di Hamas a un “giorno della collera” segue la notizia della morte, avvenuta ieri, di uno dei leader più radicali del movimento islamico. Nizar Rayan, 51 anni, è stato ucciso assieme alle sue 4 mogli e a 10 dei suoi 12 figli. Aveva promesso di utilizzare attacchi suicidi contro Israele e che i razzi da Gaza avrebbero colpito “sempre più in alto”.

Alcune televisioni arabe e quella di Hamas continuano a mostrare da ieri le immagini dei corpi carbonizzati dei bambini recuperati da sotto le macerie.

Quest’oggi, 4 razzi sono stati lanciati da Gaza contro Ashkalon, mentre gli aerei e le navi israeliane continuano i loro bombardamenti. Truppe e carri armati di Israele sono ammassati davanti al passaggio di Eretz in preparazione a una possibile invasione della Striscia. Israele ha inviato messaggi agli stranieri presenti a Gaza consigliando loro di lasciare il territorio.

Secondo Mouawiya Hassanein, capo dei servizi di urgenza a Gaza, dal 27 dicembre sono stati uccisi almeno 422 palestinesi e vi sono 2200 feriti. L’Onu afferma che il 25% delle vittime sono dei civili.

Sia Israele che Hamas hanno ignorato ogni richiesta internazionale per un cessate-il-fuoco. Tzipi Livni, ministro israeliano degli esteri, ha detto che non c’è bisogno di alcuna tregua perché non vi è una “crisi umanitaria”. Parlando a Parigi dopo un dialogo con il presidente Sarkozy, la Livni ha detto che Hamas ha usato la tregua di 6 mesi, conclusa il 19 dicembre scorso, per rafforzarsi e riarmarsi con missili più potenti introdotti per via di contrabbando dall’Egitto.

Secondo fonti israeliane in questi giorni sono stati lanciati 360 fra missili e obici, facendo 4 morti e una dozzina di feriti. L’operazione contro Gaza ha molti sostenitori nella popolazione ebraica. Secondo il quotidiano Maariv i sostenitori sono il 95% degli israeliani.