Taipei scettica sulle voci di smantellamento dei missili della Cina
Vaghe dichiarazioni secondo cui Pechino sarebbe pronta a ridurre il numero di missili puntati contro l’isola sono accolti con freddezza dal ministero della difesa di Taiwan. L’isola continuerà a rafforzare i suoi armamenti, anche se i rapporti economici migliorano grazie ai contatti diretti quotidiani via aerea, navale e postale.

Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Taiwan continuerà a rafforzare la sua potenza militare anche se vi sono voci che Pechino sarebbe disposta a ridurre il numero di missili puntati contro l’isola.

Un settimanale di Hong Kong, Yazhou Zhoukan, nell’ultimo numero riporta la dichiarazione di un’anonima fonte dalla Cina, secondo cui le autorità di Pechino potrebbero ridurre il numero di missili contro Taiwan, anche se vi sono critiche da parte dell’esercito cinese.

La dichiarazione è stata diffusa in un momento in cui le tensioni fra le due parti dello Stretto si stanno placando, da quando Ma Ying-jeou è divenuto presidente di Taiwan lo scorso maggio.

Anche il presidente cinese Hu Jintao, in un discorso della settimana scorsa, ha elogiato i “compatrioti di Taiwan” e ha offerto collaborazione in campo militare proprio per edificare una più grande fiducia reciproca.

La vaga dichiarazione è stata accolta con scetticismo dal ministero taiwanese della difesa. Lisa Chi, una portavoce del ministero, ha dichiarato che “sarebbe bello vedere [la riduzione dei missili], se si realizzasse”. “Anche se lo fosse – ha aggiunto – una simile mossa avrebbe solo un valore simbolico, perché i missili potrebbero essere spiegati di nuovo in poco tempo”. Per questo, ha concluso la portavoce, “continueremo a rafforzare i nostri armamenti e la preparazione allo scontro”.

Secondo il ministero della difesa di Taipei, la Cina ha circa 1300 missili puntati contro l’isola per prevenire ogni possibile dichiarazione di indipendenza della “provincia ribelle”.

Anche il partito di opposizione, il Dpp (partito democratico progressista), ha messo in guardia dal credere alle voci “pacifiste” di Pechino.

Dal mese scorso, Taiwan e Cina hanno lanciato contatti diretti quotidiani via aerea, navale e postale per potenziare e integrare le loro economie.