Seoul, l’opposizione apre al dialogo e sblocca parte del parlamento
I leader del Democrat Party hanno liberato il presidio all’ingresso dell’Assemblea nazionale. Resta occupata l’aula parlamentare. Al centro della controversia l’accordo di libero commercio con gli Stati Uniti: per il governo è fondamentale per dare nuovo impulso all’economia; l’opposizione ne chiede la revisione.

Seoul (AsiaNews/Agenzie) – I principali partiti dell’opposizione in Corea del Sud hanno iniziato la smobilitazione del parlamento, occupato da una decina di giorni per protesta contro i provvedimenti voluti dal governo e dai partiti di maggioranza.

La decisione è stata presa in seguito all’annuncio fatto ieri da Kim Hyong-o, presidente dell’Assemblea nazionale, in cui assicurava di non forzare la mano per costringere il parlamento a votare sulle proposte di legge governative.

I leader del Democrat Party (Dp) si sono detti inoltre disponibili ad avviare trattative con il Grand National Party (Gnp) per giungere ad un compromesso sui provvedimenti più controversi, primo fra tutti il patto di libero commercio con gli Stati Uniti.  Sottoscritto dal presidente Lee Myung-bak e da  George W. Bush, esso è all’origine della campagna di proteste  divampata nel Paese a partire dal maggio scorso. L’accordo deve essere ratificato dal parlamento prima dell’entrata in vigore: l’opposizione chiede una revisione del testo, mentre il partito di governo ne ribadisce l’importanza per dare nuovi impulsi all’economia nazionale.

Questa mattina gli esponenti dell’opposizione hanno rimosso le barricate poste all’ingresso, ma resta ancora in atto l’occupazione dell’aula parlamentare. Negli ultimi tre giorni sono avvenuti violenti scontri fra le forze di sicurezza e i dimostranti, al termine dei quali sono rimasti feriti 53 agenti e due membri dell’opposizione. La polizia ha arrestato 19 membri del Democratic Labor Party con l’accusa di violenza.

La crisi parlamentare è solo l’ultimo dei numerosi episodi che segnano la vita politica della Corea del Sud, caratterizzata da tensioni interne, proteste di piazza e da un acuirsi della crisi con il regime nord-coreano: nella notte di Capodanno oltre 100 mila persone hanno manifestato contro le “leggi pericolose” volute dall’esecutivo del premier Lee Myung-bak accusato di trascinare il Paese verso una deriva antidemocratica. Le  “vicious laws” riguardano in particolare le libertà dei media, la gestione dei servizi di sicurezza ed il nuovo metodo per l’ammissione a tutti i livelli scolastici, denominato ilje gosa, che per molti docenti e altrettante famiglie risulta discriminatorio.