Razzi dal Libano colpiscono il nord di Israele: si apre un nuovo fronte?
di Joshua Lapide
Feriti in modo leggero 5 israeliani in Galilea. L’esercito israeliano ha risposto al fuoco. Nessuna rivendicazione, ma si pensa al coinvolgimento del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Le minacce di Hezbollah; la visita dell’iraniano Larijani a Damasco per incontrare Khaled Meshaal e altri gruppi palestinesi vicini a Teheran. A Gaza il bilancio dei morti sale a 700; oltre 3 mila i feriti.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Almeno tre razzi Katyusha (altre fonti dicono 5) hanno colpito stamane alcune zone del nord Israele, ferendo in modo leggero cinque persone. L’esercito israeliano ha subito risposto lanciando 5 mortai nel sud Libano.

Dall’inizio dell’offensiva israeliana su Gaza, il 27 dicembre scorso, questa è la prima volta che dal Libano partono dei razzi su Israele. I Katyusha sono caduti nell’ovest della Galilea; i danni maggiori sono avvenuti al villaggio di Nahariya. Gli abitanti della Galilea e quelli del sud Libano temono possa riaprirsi di nuovo il fronte e gli orrori della guerra scoppiata nell’estate 2006. Nei giorni scorsi il governo libanese aveva ordinato la chiusura delle scuole nel sud, per timore di rappresaglie israeliane.

Durante il conflitto, Hezbollah ha lanciato oltre 4 mila razzi sul nord di Israele. I raid dell’aviazione israeliana hanno fatto più di 1200 morti in Libano, in maggioranza civili; i morti di parte israeliana, in maggioranza soldati, sono stati 160.

Fino ad ora il lancio dei Katyusha non è stato rivendicato da nessuno. Nei giorni scorsi molte personalità libanesi avevano escluso una partecipazione militare di Hezbollah al conflitto fra Israele ed Hamas. È però probabile – come è già avvenuto in passato - che Hezbollah lasci operare il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Fplp) di Ahmed Jibril in attacchi contro obbiettivi israeliani e americani.

Ieri Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, parlando a migliaia di sciiti in Libano (v. foto), si è detto pronto a nuovi combattimenti, minacciando che “la guerra del 2006 sarebbe considerata  una passeggiata se Israele osasse lanciare un nuovo attacco” in Libano.

Intanto da ieri, nella Striscia di Gaza, dopo le 3 ore di cessate-il-fuoco garantite da Israele, è ripresa l’offensiva dell’esercito contro Hamas. Secondo fonti mediche palestinesi, i morti sono ormai più di 700 e i feriti almeno 3 mila.

Finora i Paesi arabi hanno tenuto una posizione molto moderata, condannando le violenze di Israele, ma anche la decisione di Hamas nell’interrompere la tregua di 6 mesi, sponsorizzata dall’Egitto nel giugno scorso.  Hamas (ed Hezbollah) continuano a ricevere sostegno dall’Iran. Ieri il politico iraniano Ali Larijiani ha incontrato a Damasco il leader di Hamas in esilio, Khaled Meshaal, e altri gruppi palestinesi per studiare con loro la proposta egiziana di un cessate-il-fuoco nella Striscia di Gaza.