Si lavora per un cessate-il-fuoco a Gaza
Israele chiede più garanzie per la fine del contrabbando di armi nella Striscia e la liberazione di Gilad Shalit; Hamas vuole il ritiro dell’esercito israeliano e la fine del blocco. L’Egitto cuce la proposta di tregua; Tzipi Livni a Washington. I morti a Gaza salgono a 1100. Appello alla solidarietà con Gaza da parte della Custodia di Terrasanta.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) -  Si intensifica l’attività diplomatica per giungere alla fine dei combattimenti fra Israele ed Hamas. Oggi il rappresentante israeliano Amos Gilad ritorna al Cairo, che fa da mediatore per discutere nuovi aspetti di una possibile tregua. Gilad era stato al Cairo fino alla notte scorsa ed è tornato a Tel Aviv per conferire con il premier Omert.  

Un appello alla solidarità con la popolazione di Gaza è stato lanciato oggi dalla Custodia di Terrasanta.

Ieri sera è emerso che Hamas propone un cessate-il fuoco di un anno con Israele, in cambio del ritiro del suo esercito dalla Striscia e la cancellazione del blocco posto sul territorio. Israele da parte sua vorrebbe che la tregua avesse delle condizioni: fine del lancio di razzi verso le cittadine del sud; esclusione del contrabbando di armi e munizione dall’Egitto a Gaza; un’agenda per la liberazione del soldato Gilad Shalit, rapito nel 2006.

La proposta egiziana comprende un cessate-il-fuoco immediato; il ritiro entro 5 giorni dell’esercito israeliano; la messa in atto di misure di sicurezza ai confini fra Israele e Gaza e in seguito la fine del blocco; riapertura del dialogo fra Fatah e Hamas.

Per oggi Tzipi Livni, ministro israeliano degli esteri, è attesa a Washington per colloqui con l’amministrazione americana. Allo studio le modalità con cui fermare il contrabbando di armi verso Gaza.

Il segretario generale del’Onu, Ban Ki-moon ha dichiarato ieri che un cessate-il-fuoco potrebbero essere firmato entro pochi giorni.

Dal 27 dicembre, quando è iniziata l’offensiva israeliana sulla Striscia, autorità palestinesi a Gaza affermano che vi sono stati 1100 morti, fra cui 700 civili, compresi 355 bambini. I feriti sono 5 mila.

Oggi la Custodia di Terra Santa “lancia con forza l’appello alla solidarietà verso le vittime della guerra che si sta combattendo nella Striscia. Il Custode, padre Pierbattista Pizzaballa ha espresso l’urgenza di un aiuto immediato alle popolazioni colpite nel conflitto, mettendo a disposizione ATS, Associazione di Terra Santa, l’ong della Custodia, per realizzare una raccolta fondi che andrà a beneficiare due realtà cristiane di Gaza: la parrocchia cattolica e le suore di Madre Teresa”.
 
Chi volesse dare un’offerta per Gaza può indirizzarla a: ATS Associazione di Terra Santa, via Matteo Boiardo 16 00185 Roma; Banca Popolare Etica – Codice Iban: IT67 W050 1812 - 1010 0000 0122 691
 
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