Il Vaticano chiede una speciale attenzione per i piccoli lebbrosi
Un appello a dedicare una cura particolare ai bambini colpiti dal morbo, nel mondo sono 40mila, nel messaggio del cardinale Barragan per la 56ma Giornata mondiale. Restano paura ed ignoranza, che causano atteggiamenti di esclusione verso i malati.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Nella lotta contro la lebbra, che deve proseguire sia sul piano sanitario che su quello sociale, una particolare premura deve essere posta verso i bambini, visto che ogni anno vi sono 40mila bambini con la lebbra nel mondo, e circa il 12% di tutti i nuovi casi di lebbra sono bambini con meno di 15 anni, i quali “corrono il rischio di vedere ipotecato il loro futuro per le negative conseguenze della malattia”. E’ l’appello che dal Vaticano viene rivolto alle istituzioni pubbliche ed a quanti portano avanti la battaglia contro il morbo di Hansen, contenuto nel messaggio del presidente del Pontificio consiglio per la pastorale della salute, card. Javier Lozano Barragán, in occasione della 56ma Giornata mondiale dei malati di lebbra, che sarà celebrata domenica 25 gennaio, pubblicato oggi.
 
Nel documento si ricorda che secondo le stime più recenti dell’Organizzazione mondiale della sanità, che si riferiscono al 2007, si sono registrati in quell'anno 254.525 nuovi malati di lebbra, con una presenza di 212.802 persone in trattamento. I bambini purtroppo – prosegue la nota - non vengono risparmiati da questo morbo. Secondo stime dell'AIFO, - l’Associazione italiana amici di Raoul Follereau -, ogni anno vi sono 40mila bambini con la lebbra nel mondo, e circa il 12% di tutti i nuovi casi di lebbra sono bambini con meno di 15 anni”.
 
Nell'anno del XX anniversario della Convenzione dei diritti dei fanciulli, “memore della predilezione di Cristo Gesù per essi ‘perché di questi è il regno dei Cieli’ (Mt 19, 14), faccio appello ai responsabili delle organizzazioni governative, affinché nell'attuare i programmi e i piani di salute nei diversi Paesi, riservino una speciale attenzione ai bambini malati di lebbra, i quali corrono il rischio di vedere ipotecato il loro futuro per le negative conseguenze della malattia. Da questo deriva l'urgenza che le Istituzioni Pubbliche promuovano iniziative adeguate per rendere concreto il ‘diritto a godere del miglior stato di salute possibile ed a beneficiare di servizi medici e di riabilitazione’ ad essi riconosciuti nell'articolo 24 della Convenzione sui diritti dei fanciulli”.
 
“Sul piano sociale, purtroppo, persistono ancora infondate paure alimentate dall'ignoranza circa il morbo di Hansen. Queste paure generano atteggiamenti di esclusione e spesso imprimono una sorta di marchio nei malati di lebbra, rendendoli particolarmente vulnerabili. Questa 56ma Giornata mondiale è quindi una opportuna occasione per offrire alla comunità degli uomini una corretta, larga e capillare informazione sulla lebbra, sugli effetti devastanti che può causare nei corpi se lasciati a se stessi, nelle famiglie e nella società, e suscitare il dovere singolo e collettivo di una attiva fraterna solidarietà”.
 
Il card. Barragan ricorda poi che la Chiesa ha sempre avuto una speciale sollecitudine per i malati di lebbra, con l’istituzione di congregazioni di religiosi e religiose e con organizzazioni di assistenza sanitaria di volontariato di laici. Tra tutti, il messaggio ricorda il beato padre Damiano di Veuster, “infaticabile ed esemplare Apostolo dei fratelli e delle sorelle affetti dal morbo di Hansen”, “simbolo di tutti i consacrati a Cristo che ancora oggi dedicano la propria vita a questa nobile causa, mettendo a disposizione ogni loro risorsa per il benessere integrale dei malati di lebbra, in ogni parte del mondo”, mentre “il mondo del laicato cattolico ha il suo paladino nell’ideatore e promotore di questa Giornata mondiale", Raoul Follereau, che continua la sua benefica azione attraverso l’Associazione degli Amici a lui dedicata”.
 
“E' bello e consolante – conclude il documento - constatare che in questa lotta al morbo di Hansen sono presenti associazioni e organizzazioni non governative che, andando oltre le appartenenze religiose, ideologiche e culturali, si incontrano tutte nella comune finalità di dare a chi è malato l'opportunità di ritrovare uno stato di benessere sociale, sanitario, spirituale. In particolare alla Sasakawa Foundation va la comune riconoscenza per l'apporto insostituibile che da decenni sta dando a questa causa, sostenendo finanziariamente le istituzioni della comunità internazionale nella ricerca in campo terapeutico”.