Wen Jiabao fiducioso sull’economia cinese
Secondo il premier “in complesso” va tutto bene. Nessun accenno sull’abbassamento della crescita nell’ultimo trimestre e sulle rivolte sociali. Nulla nemmeno sul valore dello yuan che molti giudicano sottovalutato.

Davos (AsiaNews/Agenzie) –Pechino ha “solida fiducia” che la sua economia, così provata dalla crisi internazionale, potrà essere riportata ancora a una crescita alta. È quanto ha dichiarato ieri il premier cinese Wen Jiabao davanti a personalità europee e a leader mondiali del business radunati a Davos in Svizzera per il World economic forum.

Wen ha anche detto che la crisi finanziaria globale ha avuto “un impatto piuttosto grosso” sulla Cina, con crescente disoccupazione nelle città e pressioni nel mondo rurale, ma “in complesso” l’economia cinese è ancora in buona forma.

Wen ha parlato in modo esteso delle politiche messe in atto dal suo governo per fronteggiare la crisi: mantenere la crescita all’8%; aumentare i consumi interni a causa della riduzione della domanda dall’estero; nuove misure fiscali e finanziarie; maggiore uso delle tecnologie per aumentare la competitività; ristrutturazione delle produzioni obsolete. Non ha citato gli ultimi dati secondo cui nell’ultimo trimestre, l’economia della Cina si è ridotta a una crescita del 6,5% e non ha offerto dati precisi sulla disoccupazione, né sulle rivolte sociali in atto. Un altro tema non affrontato è la rivalutazione dello yuan, che per molte economie  - fra cui quella Usa – sarebbe un atto di giustizia. Il nuovo segretario del Tesoro Usa, Timothy Geithner, la scorsa settimana ha accusato Pechino di essere un “manipolatore di valuta”. Secondo alcuni studi, lo yuan dovrebbe subire un apprezzamento del 55%.

Fra le cause della crisi economica globale, e in una velata accusa agli Stati Uniti, Wen ha citato alcune “inappropriate politiche economiche…, caratterizzate da un basso risparmio e alti consumi”, come pure il “fallimento di supervisione finanziaria e di regolamentazione”.

Wen è giunto due giorni fa in Svizzera come prima tappa di un “viaggio della fiducia” che lo porterà anche in Germania, Spagna, Gran Bretagna e alle sedi dell’Unione europea.