Grandi misure di sicurezza mentre si vota per i Consigli provinciali
È la prima elezione in cui partecipano i sunniti. Oggi vi sono stati colpi di mortaio a Tikrit, il feudo dell’ex dittatore Saddam Hussein. Uccisi ieri e nei giorni scorsi alcuni candidati.

Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – Dalle 7 di stamane fino alle 17 di oggi, 15 milioni di irakeni sono chiamati alle urne per la prima volta dal 2005. Sebbene da oltre un anno si registra una drastica diminuzione delle violenze, le misure di sicurezza sono molto ampie.

Le autorità hanno imposto il coprifuoco notturno, la chiusura degli aeroporti e delle frontiere fino a domani mattina, il divieto di portare armi anche per i civili autorizzati, la proibizione di circolare con auto e altri veicoli, eccetto quelli autorizzati. Nelle 14 province dove si vota, la protezione dei seggi avviene da parte dell’esercito irakeno, senza la presenza di truppe straniere. Centinaia di osservatori stranieri controllano l’andamento del voto insieme a migliaia di osservatori locali dei diversi partiti.

Nonostante queste misure, stamane, proprio all’apertura dei seggi, 4 colpi di mortaio sono stati sparati a Tikrit, l’antica base del dittatore Saddam Hussein. Nei giorni scorsi, almeno 8 dei 14 mila candidati sono stati uccisi. Tre di loro, tutti  sunniti, sono stati uccisi ieri a Baghdad, Mosul e Diyala.

L’elemento più importante di queste elezioni è la partecipazione delle comunità sunnite al voto. Nel 2005 essi avevano boicottato le elezioni nazionali, lasciando tutto lo spazio a sciiti e curdi. Il premier Nuri al Maliki ha già votato e sembra essere il favorito, grazie alla sua larga base sciita e al potere che esercita. In ogni caso queste elezioni sono un esperimento della stabilità del paese che entro l’anno dovrà tornare alle urne per le elezioni nazionali.

Le tre province curde (Arbil, Dohuk, Sulaimaniyah) voteranno entro l’anno; nella provincia di Kirkuk il voto è stato rimandato a tempo indefinito.

I consigli provinciali hanno la responsabilità di nominare i governatori che gestiscono l’amministrazione, le finanze e i progetti di ricostruzione. I 14.431 candidati concorrono per un totale di 440 posti. Per la legge elettorale, meno di un terzo dei candidati devono essere donne. Le minoranze hanno seggi riservati. I cristiani riceveranno un seggio a Baghdad, uno a Ninive e un altro a Basra. Fra le altre minoranze, i Sabei avranno un seggio a Baghdad; Yazidi e Chabak avranno ognuno un seggio a Ninive.

I primi risultati potranno essere pubblicati il 3 febbraio.