Il Partito è diviso se arrestare tutti (o parte) dei firmatari di Carta 08
Alcuni del Politburo vorrebbero reprimere tutto il movimento democratico; Hu Jintao pensa solo di bloccare il nucleo originario dei firmatari. Anziani membri del Partito chiedono in una lettera aperta che si facciano le riforme politiche – sullo stile di Carta 08 – per fermare la corruzione e gli abusi di potere.

Pechino (AsiaNews) – La proposta di Carta 08 per maggiore democrazia e difesa dei diritti umani in Cina sta creando impaccio nella leadership del Partito, diviso fra chi vorrebbe una radicale repressione e chi invece vorrebbe riforme politiche, bloccate da tanto tempo.

Lanciata nel dicembre scorso, Carta 08 domanda che siano messi in atto i diritti civili che la Cina ha inserito nella Costituzione e che ha sottoscritto con l’Onu, insieme alla fine del Partito unico, per salvare la Cina dalla corruzione e dai disastri ecologici e sociali. Fino ad oggi hanno sottoscritto la Carta oltre 8 mila personalità fra intellettuali, attivisti, accademici e gente comune. Secondo vari analisti, Carta 08 e il movimento politico più significativo emerso fuori del Partito comunista in tutti questi decenni (Cfr.: Carta 08: per i diritti umani in Cina). Secondo fonti citate dal South China Morning Post, la leadership cinese sarebbe divisa su come affrontare questa sfida. Alcuni membri del Comitato permanente del Politburo - fra cui Li Changchun (Ufficio politico) e Zhou Yongkang (già ministro della pubblica sicurezza) – una “stretta repressione” di tutti i firmatari. Il presidente Hu Jintao vorrebbe invece che la repressione si concentri sugli iniziatori della campagna, i primi 300 firmatari, lasciando stare le altre migliaia di sostenitori.

Fino ad ora, solo l’intellettuale Liu Xiaobo, possibile estensore del documento, è agli arresti in luogo sconosciuto. Altri sono controllati giorno e notte e subiscono interrogatori e minacce se osano diffondere vedute e copie di Carta 08. Il testo del documento è scomparso da internet dopo pochi giorni dalla pubblicazione, anche se continua a girare in Cina e nel mondo in modo sotterraneo.

Fra le personalità più in vista che hanno firmato la Carta vi è pure Bao Tong,  stretto collaboratore del defunto segretario del Partito comunista Zhao Ziyang, per 20 anni in carcere e poi agli arresti domiciliari per avere sostenuto le proteste pro-democrazia del 1989.

Negli anni ’80 Bao Tong e Zhao Ziyang stavano lavorando per alcune riforme politiche nella società cinese, molto simili alle richieste che oggi fa Carta 08, ma il massacro di Tiananmen e l’involuzione del Partito ha bloccato ogni sviluppo.

Proprio una settimana fa, un gruppo di membri del Partito ha domandato che si riprendano le riforme politiche che erano allo studio con Zhao Ziyang. In una lettera aperta al Comitato permanente del Politburo essi chiedono la fine della censura, la nascita di opposizione organizzata, la democrazia e la trasparenza come unica via per guidare il Paese nella presente crisi economica.

“Dopo che la nostra struttura economica si è orientata al mercato – si afferma nella lettera - le riforme politiche hanno subito uno stallo profondo, creando abusi di potere e diffusa corruzione… La corruzione deve essere contrastata alle radici e [per questo] deve essere stabilito con urgenza un meccanismo di verifiche e di bilanciamenti [del potere]”.

La lettera è firmata da 16 membri storici del Partito, fra cui Li Rui, già segretario di Mao Zedong;

Zhu Houze, ex capo della propaganda; Du Daozheng, già direttore dell’amministrazione generale della stampa; Zhang Sizhi, un noto avvocato; Gao Shangquan, un economista molto ascoltato dal governo.