Hun Sen potrebbe testimoniare al processo contro i khmer rossi
Il collegio della difesa ha chiesto l’autorizzazione per interrogare il premier cambogiano e l’ex re Norodom Sihanouk. Essi possiedono “informazioni rilevanti ai fini del processo”. Alcuni fra gli attuali leader di governo hanno abbandonato il movimento maoista prima della caduta.

Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) – Il collegio difensivo di Nuon Chea, l’ideologo dei khmer rossi, ha chiesto  al Tribunale internazionale l’autorizzazione per interrogare l’attuale primo ministro Hun Sen, il vecchio re Norodom Sihanouk e altri leader politici di primo piano della Cambogia. Fra questi vi sono Chea Sim, presidente del senato, e Heng Samrin, presidente dell’assemblea nazionale. Essi sarebbero in possesso di “informazioni rilevanti ai fini del processo”.

Molti degli attuali leader politici cambogiani, fra i quali lo stesso premier Hun Sen, facevano parte dei khmer rossi. Essi hanno abbandonato l’organizzazione fuorilegge prima della caduta, nel gennaio 1979, trovando rifugio in Vietnam. Essi hanno sempre respinto qualsiasi coinvolgimento nei crimini perpetrati da Pol Pot e i suoi seguaci, in seguito ai quali sono morti circa due milioni di cambogiani.

Il collegio della difesa intende anche ascoltare l’86enne re Norodom Sihanouk, che per qualche tempo ha ricoperto l’incarico simbolico di capo di Stato durante l’ascesa al potere dei khmer rossi. Egli avrebbe infatti avuto accesso a “informazioni riservate” circa la “leadership” del movimento maoista, le sue “strategie” e la “politica” adottata.

Il Tribunale internazionale, chiamato a giudicare i massacri compiuti in Cambogia, è stato oggetto di critiche in passato perché non intende colpire tutti i responsabili delle violenze. Esso si limiterebbe a punire i cinque imputati attualmente alla sbarra – Kaing Guek Eay, meglio conosciuto come il compagno “Duch”, Khieu Samphan, Ieng Sary, Ieng Thirith e Nuon Chea – senza operare un vero processo di revisione storica dei massacri compiuti dai rivoluzionari maoisti.