Papa: trasformare col Vangelo la società africana
Al suo secondo giorno in Camerun, Benedetto XVI sottolinea con i vescovi la “necessità” dell’evangelizzazione per permeare la società della dottrina sociale. Fondamentale, a questo scopo, l’opera di formazione sia nei riguardi dei sacerdoti che dei laici. Le “sfide” della globalizzazione e delle sette.
Yaoundé (AsiaNews) – Portare il Vangelo a coloro che ne sono lontani e formare i laici in modo che sappiano trasformare la società secondo gli insegnamenti della dottrina sociale cattolica. Sono i mandati fondamentali che Benedetto XVI ha dato questa mattina ai vescovi del Camerun, incontrati nella chiesa di Christ-Roi nel quartiere Tsinga di Yaoundé. Alla sua seconda giornata in questo Paese - chiamato “piccola Africa”, in quanto riassume in sé le caratteristiche dell’intero continente – il Papa si è prima recato in protocollare visita “di cortesia” dal presidente Paul Biya al Palais de l’Unité e poi all’incontro di vescovi, accompagnato da una folla festante assiepata lungo le strade percorse dalla papamobile.
 
Nell’Anno paolino, le sottolineature di Benedetto XVI sul cammino della Chiesa d’Africa sono naturalmente partite dal “guai a me se non annunciassi il Vangelo!” della Lettera ai Corinzi (Co 9, 16), per definire l’attività missionaria “priorità” e “urgente necessità”, che chiama il vescovo ad un impegno prima di tutto personale, in quanto egli è “il catechista per eccellenza”.
 
In un Paese ove i cattolici sono già circa un quarto della popolazione, a favorire la missione serve “una effettiva collaborazione fra le diocesi, segnatamente per una migliore ripartizione dei sacerdoti nel vostro Paese, non può che favorire le relazioni di solidarietà fraterna con le Chiese diocesane più povere così che l’annuncio del Vangelo non soffra della mancanza di ministri. Questa solidarietà apostolica si estenderà con generosità ai bisogni delle altre Chiese locali, e in particolare a quelle del vostro continente. Così apparirà chiaramente che le vostre comunità cristiane, sull’esempio di quelle che vi hanno recato il messaggio evangelico, sono esse stesse una Chiesa missionaria”.
 
Particolare attenzione va poi messa nella cura dei sacerdoti e nella loro formazione. Essi vanno “amati, ascoltati e rinfrancati nelle prove”. Al tempo stesso, i vescovi debbono “vigilare con particolare attenzione alla fedeltà dei sacerdoti e delle persone consacrate agli impegni assunti con la loro ordinazione e con il loro ingresso nella vita religiosa, affinché perseverino nella loro vocazione, per una maggiore santità della Chiesa e per la gloria di Dio. L'autenticità della loro testimonianza richiede che non vi sia alcuna differenza tra ciò che essi insegnano e ciò che vivono ogni giorno”. Ciò presuppone anche un “serio discernimento” dei numerosi giovani che nel Paese, come in tutta l’Africa, vogliono divenire sacerdoti.
 
L’evangelizzazione richiede che la Buona novella permei la società. E’ il compito specifico del laicato, al quale il Papa ha dedicato particolare attenzione, a partire da coloro che cooperano direttamente nella missione, cioè i catechisti. “Per loro tramite si realizza una autentica inculturazione della fede. La loro formazione umana, spirituale e dottrinale è dunque essenziale”.
 
La trasformazione della società è, dunque, compito specifico dei laici: “essi sono abilitati e impegnati ad annunciare il Vangelo servendo la persona e la società. Vi incoraggio pertanto vivamente - ha detto Benedetto XVI ai vescovi - a perseverare nei vostri sforzi per dare ad essi una solida formazione cristiana che consenta loro di ‘svolgere pienamente il loro ruolo di animazione cristiana dell’ordine temporale (politico, culturale, economico, sociale), che è una caratteristica della vocazione secolare del laicato’. (Ecclesia in Africa, n. 75). Nel contesto della globalizzazione in cui ci troviamo - ha proseguito -  la Chiesa ha un interesse particolare per le persone più bisognose. La missione del Vescovo lo impegna ad essere il principale difensore dei diritti dei poveri, a promuovere e favorire l'esercizio della carità, manifestazione dell’amore del Signore per i piccoli. In questo modo, i fedeli sono portati a cogliere in modo concreto che la Chiesa è una vera famiglia di Dio, riunita dall’amore fraterno, che esclude ogni etnocentrismo e particolarismo eccessivi e contribuisce alla riconciliazione e alla cooperazione tra le etnie per il bene di tutti. D'altra parte, la Chiesa, attraverso la sua dottrina sociale, vuole risvegliare la speranza nei cuori degli esclusi. E’ anche dovere dei cristiani, specialmente dei laici che hanno responsabilità sociali, economiche, politiche, di lasciarsi guidare dalla dottrina sociale della Chiesa, per contribuire alla costruzione di un mondo più giusto in cui ciascuno potrà vivere dignitosamente”.
 
Il Papa, infine, non ha nascosto due “sfide” che vengono dalla società di oggi, quella rappresentata dalla situazione della famiglia e quella che viene dalle sette. In entrambi i casi la risposta viene dall’approfondimento della evangelizzazione. Per la prima, “le difficoltà dovute in special modo all’impatto della modernità e della secolarizzazione con la società tradizionale, vi incitano a preservare con determinazione i valori fondamentali della famiglia africana, facendo della sua evangelizzazione in modo approfondito una delle principali priorità. Nel promuovere la pastorale familiare, voi vi impegnate a favorire una migliore comprensione della natura, della dignità e del ruolo del matrimonio che richiede un amore indissolubile e stabile”.
 
Ugualmente, “lo sviluppo di sette e movimenti esoterici come pure la crescente influenza di una religiosità superstiziosa, come anche del relativismo, sono un invito pressante a dare un rinnovato impulso alla formazione dei giovani e degli adulti, in particolare nel mondo universitario e intellettuale. In questa prospettiva, desidero incoraggiare e lodare gli sforzi dell'Istituto cattolico di Yaoundé e di tutte le istituzioni ecclesiali la cui missione è quella di rendere accessibile e comprensibile a tutti la Parola di Dio e l'insegnamento della Chiesa”.
 
Questa secondo giornata del Papa in Africa prevede, nel pomeriggio, un primo appuntamento pubblico: la celebrazione dei Vespri - anche a carattere ecumenico - nella basilica dedicata a Maria Regina degli Apostoli”.