Funzionario del Partito: E' urgente riprendere le riforme democratiche
Nello stesso Partito comunista sempre più voci chiedono riforme politiche, minor censura e spazio per il dissenso. Premono sui leader, che vogliono parlare solo di economia. La polizia “sequestra” per ore un firmatario di Carta 08.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina farà un grave errore se si concentra solo sui problemi economici e accantona il dibattito per una maggior democrazia. E’ l’opinione di Yu Keping, alto funzionario del Partito comunista e vicedirettore del Central Compilation and Transition Bureau, importante organo di indirizzo del Pc, pubblicata oggi su China Comment, bisettimanale di Xinhua.

Yu non contesta la centralità del Pc, né la necessità di ordine, obbedienza e centralizzazione a favore del potere centrale, ma ritiene necessario “un incremento della democrazia con l’introduzione di alcune riforme radicali”.

Anche se non indica riforme specifiche, la posizione è importante perché si distingue da quella ufficiale, ripetuta di recente dal premier Wen Jiabao, che dà preminenza all’affronto della crisi economica e che accantona ogni discorso di riforma. Wen afferma che la democrazia occidentale non è adatta per il Paese e che un cambiamento democratico “dovrebbe avere caratteristiche cinesi e riflettere la situazione del Paese”: ma non spiega in cosa consistano queste “caratteristiche cinesi”.

Sempre più esperti osservano che la Cina deve riprendere il cammino verso riforme politiche e democratiche. All’inizio di marzo Bao Tong, segretario personale ed amico dell’ex premier Zhao Ziyang, ha inviato una lettera al parlamento cinese indicando possibili riforme (v. Bao Tong: Il potere assoluto del Partito soffocherà il popolo e l’economia).

A febbraio un gruppo di vecchi membri del Pc ha scritto una lettera aperta al presidente Hu Jintao e al Comitato permanente del Partito chiedendo la ricostituzione di una commissione per lo studio di riforme politiche, come quella istituita nel 1986 e guidata da Zhao Ziyang, disciolta nel 1989 dopo il massacro di piazza Tiananmen e la caduta in disgrazia di Zhao. Gli autori (tra cui Li Rui ex segretario di Mao Zedong, l’ex capo della propaganda Zhu Houze, l’ex dirigente del settore dei media Du Daozheng, l’avvocato Zhang Sizhi e l’economista Gao Shanquan) consigliano anche di alleviare la censura sui media e di consentire un’opposizione organizzata, nella convinzione che solo maggiore democrazia e trasparenza possano permettere di superare la crisi economica e fermare la diffusa corruzione.

Ma nella riunione annuale dell’Assemblea nazionale del popolo, a marzo, non si è dato spazio a proposte su riforme democratiche. Invece Pechino continua a perseguitare ogni voce di dissenso dalla linea ufficiale: ieri il famoso scrittore Jiang Qisheng è stato prelevato da casa dalla polizia, che gli ha anche sequestrato due computer, libri e la carta di credito. Lo hanno interrogato per oltre 6 ore senza una vera accusa solo perché, da intercettazioni telefoniche e della corrispondenza, risulta che sta scrivendo un articolo per commemorare il 20° anniversario del massacro di Tiananmen, cosa che lo hanno ammonito a non fare. Jiang, già arrestato per le proteste nel 1989 (nella foto) e per avere scritto un articolo di commemorazione nel 1999, è anche firmatario di Carta 08, il documento pubblicato lo scorso dicembre che invita le autorità a concedere maggior democrazia e rispetto dei diritti umani. In risposta, la polizia ha interrogato e arrestato molti firmatari, tra cui il dissidente Liu Xiaobo, detenuto da dicembre.