Per costruire il nuovo porto di Oluvil sgomberati 1000 pescatori
di Melani Manel Perera
Da generazioni si guadagnavano da vivere gettando le reti lungo la costa; ora potranno passare solo grosse imbarcazioni e navi turistiche. Il governo aveva promesso risarcimenti erogati solo in minima parte.
Oluvil (AsiaNews) - Per fare spazio al nuovo porto di Oluvil, nel distretto di Ampara (Eastern Province), verranno sgomberate 50 famiglie di pescatori che per generazioni si sono guadagnati da vivere lungo la costa, ormai destinata ad ospitare solo grosse imbarcazioni e navi turistiche. Si tratta di oltre 1000 persone, musulmani e tamil, che perderanno i loro appezzamenti di terra affacciati sul mare e con essi la loro unica fonte di sostentamento.
 
“Questo porto non offre nessun beneficio per i piccoli pescatori e le loro piccole imbarcazioni. È uno scalo commerciale e saranno sgomberati” spiega ad AsiaNews Herman Kumara, segretario generale del World Forum of Fisher People (Wffp) e responsabile del National Fisheries Solidarity Movement (Nafso).
 
Già nel 2007 una rappresentanza degli 800 pescatori della zona aveva incontrato Chamal Rajapaksa, che è uno dei fratelli del presidente, ministro per i porti e l’aviazione. Si era giunti ad un accordo verbale secondo il quale il governo avrebbe stanziato un risarcimento di 1milione di rupie srilaneksi (poco più di 6mila euro) a pescatore, ma dall’esecutivo di Colombo sono arrivate solo 150 mila delle rupie promesse.
 
Con l’espansione del porto e le nuove regole di navigazione, i pescatori saranno costretti a cercare il mare in una striscia d’acqua di un chilometro dove è difficile condurre le barche e quasi impossibile gettare le reti.  Le prime notizie sul progetto del nuovo porto risalgono al 1994. Già allora varie organizzazioni della società civile avevano cercato di spiegare le ragioni dei pescatori alle autorità competenti, sia a livello nazionale sia locale. Le stime presentate allora rivelavano che i lavori di ampliamento avrebbero danneggiato oltre 12mila persone. Il governo aveva promesso incontri con la popolazione e risarcimenti, ma con il passare del tempo nessun tavolo di discussione è stato aperto, i lavori sono iniziati e con essi i problemi e gli sgomberi.
 
Oggi, a sostenere la causa degli abitanti che si affacciano sulla fascia di costa interessata dal progetto, non ci sono solo il Nafso e il Wffp, ma anche la Palliwasal society, che raccoglie fedeli musulmani, e organizzazioni di privati cittadini.