P. Jaeger: col governo questioni difficili, ma si possono risolvere

Gerusalemme (AsiaNews) – Problema dei visti, tassazione delle istituzioni religiose, restituzione del Cenacolo: sui temi centrali dell'intervista ad Avraham Poraz, ministro degli Interni israeliano, AsiaNews ha sentito il parere anche di p. David Maria Jaeger, nella sua qualità di giurista francescano israeliano, esperto sui rapporti Chiesa-Stato in Israele.

Il ministro Poraz ritiene "quasi risolto" il problema dei visti, grazie ad un intervento della Santa Sede che darebbe una sua garanzia di coloro che li richiedono. Ma, per p. Jaeger, "In linea di principio, dal punto di vista giuridico, dello Stato di diritto,  è necessario che tutte le norme riguardanti il rilascio dei visti di ingresso e dei permessi di soggiorno non siano segrete ma pubblicate ufficialmente, così che i richiedenti possano far riferimento ad esse nell'inoltrare le domande, nel valutare le risposte, e nel prendere in considerazione eventuali ricorsi. A medio termine, è chiaro che l'argomento dovrà fare oggetto di negoziato e accordo, in conformità con l'Accordo fondamentale tra la S. Sede e lo Stato di Israele. L'argomento si trova all'ordine del giorno della Commissione bilaterale permanente di lavoro tra le Parti sin dal 1994, e si può ragionevolmente supporre che la Commissione se ne occupi nella fase successiva dei suoi lavori".

Altra questione aperta è quella dell'esenzione dalle tasse per le istituzioni religiose. Il ministro ha spiegato che i luoghi di preghiera sono esenti dalle tasse, ma non le attività commerciali o alberghiere ad essi eventualmente collegati. Tutti poi dovrebbero pagare i servizi dati dalla municipalità, come le pulizie, l'acqua, ecc.. .

"A quanto si sa, la Chiesa non ha mai preteso che il riconoscimento dei diritti acquisiti; in altre parole, che la sua condizione legale e fiscale in Israele non diventi peggiore rispetto a quella avuta sotto i regimi precedenti. Si tratta di riconfermare la legge in vigore dal 1938, e di una condizione legale e fiscale che l'Onu ordinava dovesse essere mantenuta successivamente alla creazione del nuovo Stato. Però, proprio mentre si trattava per iscrivere i contenuti di quella legge nell'accordo con la Chiesa cattolica, e cioè nel 2002, il Governo ridusse drasticamente le esenzioni garantite alle istituzioni della Chiesa. Certamente non era lo scopo della legislazione, ma un suo effetto, che ora l'accordo dovrebbe correggere. Personalmente sono ottimista quanto all'esito delle trattative, perché non mi immagino che, proprio dopo l'allacciamento dei rapporti ufficiali al più alto livello, il Governo di Israele voglia entrare nella storia dei rapporti Chiesa-Stato in Terra Santa  per aver peggiorato la condizione legale e fiscale della Chiesa cattolica sul suolo nazionale... Sarebbe impensabile, e perciò confido che il Governo giunga alla conclusione di dover porre rimedio all'effetto non voluto della legislazione recente, e che sia nell'interesse nazionale rispettare piuttosto  i diritti acquisiti e la volontà delle istituzioni internazionali. Per il resto, la Chiesa Cattolica non ha mai preteso alcuna esenzione per imprese puramente commerciali di proprietà della Chiesa, se ce ne sono in Israele, e neppure per il consumo quantificabile di servizi come acqua o elettricità, pagati da tutti in proporzione al consumo effettivo".

Il ministro ha parlato anche della restituzione del Cenacolo ed ha sostenuto che il problema oggi "è una diatriba fra le Chiese, per chi deve possederlo" e che il governo non può entrare in questo diatriba.

"Stupisce sentir parlare di controversie tra le Chiese cristiane" afferma p. Jaeger.  "Quanto al complesso francescano del Cenacolo esse semplicemente non sono mai esistite. A differenza dalla Natività a Betlemme e dal Santo Sepolcro a Gerusalemme, il Cenacolo non è stato mai "condiviso" o conteso.... la proprietà fu regolarmente comperata dai Reali di Napoli, Roberto e Sancia, e, con l'avallo di Papa Clemente VI, donata nel 1342 all'Ordine francescano. Monastero e santuario diventarono così la Casa madre della Custodia francescana di Terra Santa. Sono stati i turchi ottomani ad espellere due secoli dopo i frati francescani con la forza. Da allora i francescani hanno sempre rivendicato il reintegro nella loro proprietà, che non è stata mai di nessun altro ente cristiano, cattolico o non-cattolico. E sin dal 1948 gli stessi governi israeliani hanno sempre riconosciuto la Custodia di Terra Santa come unico interlocutore ufficiale cristiano per tutto quanto riguardasse il complesso del Cenacolo. Quindi una controversia tra Chiese cristiane non c'è stata, e non ci deve essere, a meno che qualcuno non la susciti per "dividere et imperare", come si diceva nell'antico Impero romano".