Nelle Filippine c’è crisi di vocazioni
di Santosh Digal
I vescovi invitano i giovani alla vita consacrata e chiedono ai genitori piena libertà di scelta per i figli. Molte famiglie chiedono ai figli di trovare un lavoro per garantire un sostegno economico nella vecchiaia. Nella capitale un sacerdote ogni 20mila fedeli.
Manila (AsiaNews) – Le Filippine, il Paese asiatico con il maggior numero di cattolici, affronta una crisi vocazionale. La Conferenza episcopale lancia un appello ai giovani perché entrino in seminario, dedicandosi alla vita consacrata, e invita i genitori a lasciare “piena libertà di scelta” ai loro figli.
 
Mons. Broderick Pabillo, vescovo ausiliare di Manila e presidente del Segretariato nazionale per l’azione sociale (Nassa) della Conferenza episcopale filippina (Cbcp), sottolinea che è giunto il periodo in cui i giovani devono scegliere a quale università iscriversi e li invita a considerare la scelta di “servire Dio”.
 
“Dovrebbero pensare attentamente – sottolinea mons. Pabillo – alla loro decisione e seguire il volere di Dio” senza farsi influenzare “dal tipo di lavoro che vorrebbero fare dopo l’università”. Un documento della Conferenza episcopale indica che sono necessari almeno 25mila sacerdoti per servire i 68 milioni di fedeli sparsi per il Paese. Secondo i vescovi ogni prete dovrebbe servire 2mila parrocchiani. Nella sola Manila, il rapporto è di un sacerdote ogni 20mila fedeli.
 
Il vescovo ausiliare di Manila invita inoltre i genitori a lasciare liberi i figli di decidere; molti, infatti, frappongono ostacoli perché temono che non si potranno prendere cura di loro nella vecchiaia. “Non credo sia un modo di pensare corretto” sottolinea il prelato. “Un figlio deve vivere la propria vita, seguire la vocazione personale. I genitori non devono usare i figli per un tornaconto personale”. Egli lancia infine un appello perché i giovani visitino parrocchie e seminari per avere maggiori informazioni sulla vita consacrata.