Aumenteranno i voli diretti tra Cina e Taiwan, spinti dal desiderio di maggiori guadagni
Si parla di raddoppiarli e portarli a oltre 200 la settimana. Dietro il desiderio di maggiori rapporti, c’è anche il puro calcolo economico delle compagnie aeree cinesi per sfruttare un lucroso mercato.

Taipei (AsiaNews/Agenzie) – E’ “probabile” un prossimo accordo “per raddoppiare i voli diretti [tra Cina e Taiwan] e portarli a 216 la settimana, in risposta alla comune necessità”. E’ l’opinione espressa ieri da Kong Dong, presidente della Air China, una delle compagnie che forniscono il servizio traendone grossi ricavi.

Per decenni non ci sono stati voli diretti tra Cina e Taiwan, ma solo voli via Hong Kong e Macao. Da alcuni mesi sono ripresi i voli diretti, nell’ambito delle migliori relazioni aperte dopo che quale presidente di Taiwan è stato eletto Ma Yingjeou, fautore del dialogo e della collaborazione con Pechino.

Ora i voli della Air China vendono in media circa il 78% dei posti, ma Kong ritiene che la domanda effettiva sia molto maggiore, pur ostacolata dal complicato procedimento per ottenere il visto.

Il 26 aprile è previsto un incontro tra la cinese Association for Relations Across the Taiwan Strait e la Taiwanese Strait Exchange Foundation, anche per parlare dei voli diretti.

Kong è tra i delegati cinesi. A chi gli chiede perché i voli diretti aumenteranno, egli non parla dell’importanza dei rapporti e della riconciliazione tra le due parti, ma oppone un semplice calcolo economico. Osserva che, grazie alla elevata domanda rispetto alle limitate disponibilità, con questi voli le compagnie aeree cinesi guadagnano molto più che per le altre linee. Si calcola che guadagnino tra 80 fen (centesimi di yuan) e uno yuan per ogni chilometro percorso da ogni passeggero, mentre il ricavo medio per altri voli è tra i 59 e i 63 fen.