Genocidio armeno e gas ostacolano l’accordo tra Ankara e Yerevan
Turchia e Armenia hanno annunciato un’intesa di principio per la normalizzazine dei rapporti, per la quale premono gli Stati Uniti. Ma più ancora della questione del riconoscimento del genocidio del 1915, tra i due Paesi si pone l’Azebaijan, che minaccia di dirottare verso la Russia il suo gas.
Ankara (AsiaNews) - Armenia e Turchia hanno annunciato di aver raggiunto un accordo di principio per la normalizzazione dei loro rapporti diplomatici. La dichiarazione, che porta la data del 22 aprile, afferma che sulla questione “è stata individuata una road map”.
 
I due Paesi confinanti sono duramente divisi dalla questione del “genocidio armeno”, il massacro di un milione e mezzo di armeni avvenuto nel 1915. La Turchia si è sempre opposta, anche a livello internazionale, all’uso del termie genocidio – che al suo interno è proibito - per la vicenda, che essa collega ai rivolgimenti dovuti alla Prima guerra mondiale e alla fine del’Impero ottomano, che, afferma, costarono la vita anche di centinaia di migliaia di turchi.
 
L’accordo di principio ora raggiunto è visto, soprattutto negli Stati Uniti, come effetto delle pressioni esercitate dal presidente Obama su tutti e due i Paesi, entrambi alleati degli Usa. Lo stesso Obama, in campagna elettorale, si era impegnato a favore del riconoscimento del genocidio armeno.
In proposito, il Wahington Post riporta l’affermazione di un anonimo alto funzionario dell’amministrazione per il quale l’impegno preso dai due Paesi segna “un importante passo avanti” al termine di una trattativa che va avanti da circa un anno.
 
In una sua analisi, però, lo Stratfor, un centro studi americano di geopolitica, afferma che la dichiarazione congiunta è arrivata sì per le pressioni americane, ma che essa serve ai due Paesi soprattutto per tener vivo il dialogo. A Yerevan, infatti, sulla questione del riconoscimento del genocidio – sulla quale preme con forza la lobby armena degli Stati Uniti – sono meno intransigenti, mentre guardano con grande attenzione ai risvolti economici della normalizzazione con la confinante Turchia.
 
A ostacolare i progetti armeni, afferma la Stratfor, si interpone però l’Azaebaijan, che con Yerevan ha aperta la questione della disputata enclave del Nagorno-Karabak. Paese alleato della Turchia, l’Azerbaijan avrebbe fatto sapere ad Ankara che un accordo armeno-turco che non affrontasse anche tale disputa territoriale, avrebbe conseguenze negative sui loro rapporti bilaterali. La minaccia riguarda il gas, del quale Baku ha grandi giacimenti, e che potrebbe dirottare verso la Russia il gas del gigantesco giacimento Shah Deniz (nella foto). Ciò priverebbe Ankara d forniture e soprattutto dei proventi legati al transito del gas verso l’Europa. Questo fa entrare nel gioco anche gli interessi di Mosca. La partita, insomma, è aperta.