Terremoto del Sichuan: la polizia minaccia e indaga chi cerca la verità
In una città disposta “stretta sorveglianza” su chiunque possa causare proteste. Minacciato chi cerca anche soltanto di sapere i nomi degli studenti morti sotto le macerie delle scuole. Intanto si temono nuovi suicidi tra i funzionari, forse schiacciati dalla responsabilità per l’accaduto e dall’ordine di tacere la verità.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il governo di Mianyang, città del Sichuan flagellata dal terremoto del 12 maggio 2008, in una direttiva del 24 aprile raccomanda di “mettere sotto sorveglianza” chiunque possa “danneggiare la stabilità sociale o sia conosciuto come autore di petizioni e fomentatore di problemi”. Per l’anniversario del disastro le autorità vogliono evitare proteste pubbliche delle famiglie che hanno perso i figli nel crollo delle scuole e alle quali Pechino ha negato qualsiasi giustizia. Intanto nuove direttive cercano di prevenire il rischio di ulteriori suicidi tra i funzionari della zona.

Nel terremoto sono morte 88mila persone, tra cui migliaia di bambini sotto il crollo delle scuole. Il governo parla di 6mila studenti morti ma non ha mai fornito i loro nomi e le età, trattati come dati “segreti”. Altre fonti parlano di 10mila scolari morti. I genitori denunciano che le scuole sono crollate mentre gli edifici circostanti sono rimasti in piedi. Pechino ha all’inizio promesso rapide indagini sulle responsabilità ma di recente ha vietato qualsiasi indagine sulle cause dei crolli, ufficialmente attribuiti solo alla gravità del terremoto.

L’artista Ai Weiwei ha iniziato a raccogliere sul suo sito dati sugli studenti morti. Ma il sito è stato censurato e Ai ha denunciato frequenti minacce della polizia contro chi raccoglie simili notizie.

Wang Xiaodong, volontario che a Chengdu aiuta i genitori a raccogliere prove che la Scuola media Beichai (Mianyang) è stata costruita con materiale scadente, dice che la polizia è venuta a prendere informazioni su di lui.

E’ convinzione comune che le molte vittime siano anche conseguenza di edifici mal costruiti per la diffusa corruzione. Dopo che due importanti funzionari delle zone terremotate si sono suicidati negli ultimi 6 mesi, le autorità cercano di fornite un sostegno psicologico ai quadri del Partito. Il 27 aprile sono state emanate nuove misure di sostegno psicologico. E’ persino previsto un elenco di chi mostra “instabilità emotiva e comportamenti non normali”, che sarà sottoposto a un’attenta osservazione e avrà incontri settimanali per discutere la propria situazione.

Song Shinan, studioso dell’Università del Sichuan, commenta però al South China Morning Post che la vera ragione di suicidi e depressione tra i dirigenti è lo “scontro” quotidiano con i terremotati che chiedono aiuto e giustizia, che spesso le autorità negano.

Dice che Feng Xiang, funzionario di Beichuam che si è impiccato il 20 aprile, “è una vittima che ha perso il suo unico figlio [morto nel crollo della scuola] e voleva sapere la verità, come tutti gli altri genitori. Invece, come vicedirettore del locale dipartimento per la propaganda, gli è stato ordinato di nascondere la verità”.