Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Almeno 40 mila persone stanno fuggendo dalla valle dello Swat mentre è ormai evidente che l’accordo fra governo e Talebani sembra finito. Il patto era già stato criticato da molti settori della società pakistana come una svendita della sovranità di Islamabad agli estremisti radicali. L’esercito pakistano accusa i Talebani di aver rotto il patto, cercando di insediarsi anche il altre zone del Paese.
Nei giorni scorsi scontri fra l’esercito e i talebani sono avvenuti a Mingora, la principale città dell’area, una volta rinomata stazione sciistica, ormai devastata da quasi due anni di guerriglia talebana. Uno dei responsabili dello Swat, Khushal Khan, afferma che i militanti radicali stanno occupando sempre più punti strategici e minando il territorio. Secondo le autorità, ci si aspetta un flusso di almeno 500 mila profughi. L’esercito sta preparando 6 tendopoli dove ospitarli.
La crisi si è acuita proprio alla vigilia di un incontro fra il presidente Usa Barack Obama e i due presidenti di Pakistan e Afghanistan, Asif Ali Zardari e Amid Karzai.
Obama dovrebbe convincere Zardari a frenare l’operato dei Talebani che usano il Pakistan come base di rifugio per i loro attacchi in Afghanistan. Secondo Richard Holbroocke, consigliere della presidenza Usa, senza l’aiuto del Pakistan gli Stati Uniti non possono vincere la guerra a Kabul.
Il patto fra il governo della North West Frontier Province (Nwfp) e i Talebani prevedeva l’introduzione della Sharia nell’area, in vigore il 16 febbraio scorso, in cambio di un cessate-il-fuoco. Il 13 aprile Zardari ha firmato il decreto che sancisce la validità. Mentre i Talebani hanno cominciato esecuzioni sommarie contro adulteri, frustate per comportamenti “immorali”, chiusura di scuole per ragazze, proibizione alle donne di uscire da sole, da molti settori della società, fra cui associazioni femminili e Chiese cristiane, sono cresciute le critiche verso Zardari.