Testimoni oculari pronti a raccontare il massacro di Andjian
Nel maggio 2005 l’esercito uzbeko sparò sulla folla pacifica, poi accusata di voler scatenare una rivolta. Ora esuli uzbeki denunciano che continuano torture e carcere contro chi ha assistito ai fatti e si dicono pronti a raccontare la tragedia.

Tashkent (AsiaNews/Agenzie) – Il gruppo di esuli uzbeki Justice and Resurrection (Jr) si è riunito a Dusseldorf (Germania) il 13 maggio per commemorare il massacro di Andijan (Uzbekistan orientale) del 13 maggio 2005 e per denunciare il sistematico uso di carcere, tortura e persino assassinio da parte delle autorità per ridurre al silenzio i testimoni.

Ad Andijan l’esercito ha sparato sulla folla pacifica che dimostrava per le proprie misere condizioni di vita e contro la corruzione del governo. Osservatori neutrali hanno parlato di centinaia, forse migliaia di morti ma le autorità ne hanno riconosciuti “solo” 187, ritenuti fondamentalisti islamici in atto di scatenare una sommossa e ha rifiutato un’indagine internazionale sui fatti, che i governi occidentali ritengono ancora non chiariti. Cina e Russia hanno sostenuto la scelta di Tashkent. In seguito nel Paese ci sono state numerose e pesanti condanne per gli autori di queste proteste come “terroristi”. Le autorità sono state spesso accusate di estorcere confessioni e mettere a tacere testimoni di quegli eventi tramite tortura e carcere.

Nurillo Magsudov, leader di Jr, ha detto all’agenzia Radio Free Europe che le torture proseguono e nel 2008 sono morti in carcere 4 suoi parenti, i cui corpi mostravano segni di tortura.

Shamsiddin Atamatov, pure esule in Germania, dice che il governo uzbeko aveva promesso di rilasciare questi detenuti, dopo le elezioni presidenziali del dicembre 2007 (che hanno visto l’ennesimo trionfo del presidente Islam Karimov), in cambio del “silenzio” dei molti esuli. Invece i detenuti sono stati trattati con maggior durezza. Per questo ora vogliono raccontare quanto sanno, anche collaborando con organismi internazionali.

Di recente l’Unione europea ha tolto le sanzioni che aveva imposto a Tashkent e cerca di riallacciare rapporti commerciali. Il Paese ha ampie riserve di energia.