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Va oltre ogni previsione la partecipazione degli iraniani al voto
La grande affluenza potrebbe far prolungare l’apertura dei seggi e indicare un ritorno dei giovani alla politica. Ciò fa pensare a quanto accadde nel 1979, quando il “riformista” Khatami batté il candidato della Guida suprema. Anche gli ayatollah appaiono divisi.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Partecipazione oltre il previsto alle elezioni per scegliere il decimo presidente della Repubblica iraniana, tanto che un funzionario del Ministero degli interni, citato dall’agenzia ufficiale IRNA, ha ipotizzato la possibilità di prolungare l’apertura dei seggi oltre la chiusura, prevista per stasera.
Un ispettore della Commissione elettorale, citato dalla stessa fonte, afferma che l’affluenza “è senza precedenti, è la prima volta che delle persone aspettano prima dell’apertura” dei seggi. La Fars scrive che “le autorità appaiono travolte dal gran numero di persone che hanno cominciato a mettersi in fila già due ore prima di poter votare” e un sondaggio prevede che i votanti saranno circa 46,2 milioni, ossia tutti, o quasi, gli aventi diritto. In proposito, il Consiglio nazionale della resistenza iraniana sostiene che la Guida suprema, Ali Khameni, ha dato disposizione che si annuncino 35 milioni di votanti, più del 75% degli aventi diritto, e che funzionari del Ministero degli interni e dell’intelligence, la Guardia rivoluzionaria e i Bassji – gli attivisti paramilitari – stanno preparando le urne per i brogli.
Lui, Khamenei, si è recato a votare alle prime ore del mattino; nel seggio ha raccomandato agli iraniani di impedire che siano turbate le operazioni elettorali e, secondo l’IRNA, ha detto di non dare ascolto alle voci che gli vengono attribuite. Con ciò la Guida suprema si riferisce al fatto che, pur avendo egli dichiarato di non voler far sapere a chi sarebbe andata la sua preferenza, alcune sue affermazioni favorevoli al governo sono state viste come un appoggio al presidente Mahmoud Ahmadinejad, che in queste elezioni cerca un secondo mandato.
Sul piano politico, la grande affluenza, che sembra maggiore di quella che quattro anni fa ha visto il successo di Ahmadinejad, potrebbe indicare un ritorno al voto da parte dei giovani, che sono quasi la metà dell’elettorato. Anche se nessuno azzarda previsioni, ciò fa tornare alla mente quanto accadde nel 1997, quando il “riformista” Mohammed Khatami batté l’allora candidato della Guida suprema, Nateq-Nuri. Allora Khatami ebbe oltre il 70% dei voti e Khamenei non poté farci nulla.
Questa volta, peraltro i veri detentori del potere, gli ayatollah, appaiono più divisi. In 50 hanno giudicato “giusta” la richiesta avanzata da Ali Akbar Hashemi Rafsanjani - ex presidente della Repubblica e attuale capo dell’autorevole Expediency Council – a Khamenei per chiedergli “riparazione” per le accuse rivoltegli da Ahmadinajad in una trasmissione televisiva, alla quale egli era assente. E oggi, accanto a chi sottolinea la necessità di “stabilità” e di preservare “l’identità islamica”, ci sono raccomandazioni per una grande partecipazione al voto. In tal senso, la televisione di Stato (IRIB) ha citato, tra gli altri, il grande ayatollah Naser Makarem-Shirazi. Un altro ayatollah, Nuri Hamedani, ha definito la partecipazione alle elezioni un “dovere religioso”.
Significativamente, recandosi a votare, insieme con la moglie Zahra Rahnavard - una paladina dei diritti della donna - il principale candidato riformista, Mir-Hossein Mousavi, riferisce la ISNA, ha chiesto ai funzionari di salvaguardare il voto degli iraniani. Di “voto tra i più importanti della storia dell’Iran”, secondo la stessa fonte, ha parlato oggi un avversario di Ahmadinejad,. Da parte sua, Mousavi ha espresso la speranza che un elevato mutamento aiuti gli iraniani a vedere giorni migliori.