Il discorso di Netanyahu serve solo all’estremismo di Hamas
Per Samir Qumsieh, direttore della tv privata Al-Mahed, il discorso di Netanyahu segna “la fine della luna di miele tra gli Stati Uniti e Israele” ed è “un passo indietro rispetto a quanto ha detto il Papa in Terra Santa”. Victor Batarseh, sindaco di Betlemme, afferma che “il messaggio di Netanyahu è come una carota per Usa e Europa, ma un bastone per i palestinesi”.
Gerusalemme (AsiaNews) - “Il discorso di Netanyahu mette in grave difficoltà i palestinesi moderati”. Samir Qumsieh, cristiano cattolico, editore-direttore della tv privata Al-Mahed, è critico verso l’intervento del primo ministro israeliano alla Bar Ilan University del 15 giugno.
 
Per il capo dell’unica tv cristiana di Betlemme “Netanyahu ha posto troppe condizioni per far credere che gli interessi davvero la soluzione dei due popoli, due Stati”. Oltre a domandare il riconoscimento di Israele come nazione ebraica in cui i profughi palestinesi non possono entrare, il premier israeliano ha chiesto anche uno Stato palestinese senza esercito e senza controllo dello spazio aeree. “Non è possibile pretendere tutto, dal controllo sui confini a quello sull’acqua, - dice Qumsieh -  perché significa accettare l’esistenza di una Palestina solo se è ridotta ad una repubblica delle banane”. Il “rigetto totale” con cui i palestinesi hanno accolto il discorso del premier israeliano non lo stupisce. Anzi, aggiunge una nota di preoccupazione spiegando che proprio i vincoli posti “fanno il gioco delle posizioni più estremiste e permettono ad Hamas ed Hezbollah di raccogliere nuovi consensi tra l’opinione pubblica”.
 
Qumsieh considera il discorso della Bar Ilan University “la fine della luna di miele tra gli Stati Uniti e Israele” perché “sconfessa lo slogan di Obama ‘Change we need’”. Le parole di Netanyahu “sono anche un passo indietro rispetto a quanto ha detto il Papa venendo in Terra Santa - dice Qumsieh - ed il Vaticano dovrebbe preoccuparsi degli sviluppi che possono emergere. C’è ancora bisogno di una nuova azione di persuasione morale della Santa Sede”.
 
Victor Batarseh, sindaco cattolico di Betlemme, racconta che “tra la popolazione della città nessuno ha gradito il discorso di Netanyahu perché la gente sa che la verità è diversa dalle dichiarazioni: gli insediamenti continueranno e i due Stati non ci saranno”. Per Bataresh l’intervento del premier ha ottenuto “l’aumento del consenso interno ad Israele, tant’è vero che il 70% della popolazione si è dichiarata favorevole alla posizione espressa da Netanyahu”, ma nel contempo ha generato molto malumore tra i palestinesi e “deve far riflettere la comunità internazionale”.
 
Il sindaco parla del “metodo del bastone e della carota” per esprimere il suo giudizio sull’intervento del premier israeliano. “Il messaggio di Netanyahu è come una carota per Usa e Europa, ma un bastone per i palestinesi. Gli Stati Uniti e l’Ue, se davvero vogliono la pace, devono decidere se adeguarsi alla linea espressa dal primo ministro israeliano oppure reagire e chiedere un cambio di rotta”.