La crisi economica globale si abbatte sui lavoratori migranti dal Nepal
di Kalpit Parajuli
Calano del 10% le partenze verso i Paesi esteri. Le agenzie di collocamento registrano la diminuzione di domande mentre aumentano i casi di persone che cercano lavoro tramite rapporti personali.
Kathmandu (AsiaNews) - Cala il numero dei nepalesi che migrano all’estero in cerca di lavoro. I dati forniti dalle agenzie di collocamento registrano una diminuzione del 10% delle partenze negli ultimi 11 mesi. I numeri rivelano che da 219.458 partenze si è passati a 197.347. Tuttavia il dato va letto insieme ad un altro indice significativo: il fortissimo aumento delle persone che trovano lavoro all’estero tramite rapporti personali senza passare attraverso le agenzie.
 
Mohan Krishna Sapkota, direttore generale del Department of Foreign Employment (Dofe), afferma che le due tendenze rappresentano le facce della stessa medaglia: “A causa della recessione globale le agenzie esitano a mandare nuova forza lavoro e accettano solo le richieste sicure di impiegati stranieri. Così la gente passa attraverso i legami personali”. Nel corso degli stessi 11 mesi che hanno registrato il calo di partenze il numero dei lavoratori emigrati grazie a contatti privati è aumentato del 234,99%, passando da 12.637 a 40,658.
 
Le agenzie di collocamento lamentano che il Dofe impone loro un’eccessiva burocrazia mentre non pone gli stessi ostacoli alle richieste di espatrio individuali. Le destinazioni dei lavoratori migranti nepalesi sono oltre 50. In cima alla lista degli Stati che accolgono il maggior numero di lavoratori provenienti dal Paese ai piedi dell’Himalaya ci sono Qatar (68,844), Arabia Saudita (44.741) e Malaysia (31.157)
 
La penisola dell’Asia sudorientale è uno dei casi più significativi nella contrazione del mercato dei lavoratori immigrati. La diminuzione delle partenze dal Nepal verso la Malaysia è iniziata nell’agosto 2008. Nel gennaio 2009 il Dofe ha fermato l’emissione di nuovi permessi dopo la decisione del governo di Kuala Lumpur di non accettare più lavoratori stranieri per la contrazioni al mercato interno dovuta alla crisi finanziaria.
 
Anche la recente crisi che ha investito il governo di Kathmandu influisce sul calo delle immigrazioni. Le dimissioni dell’ex premier Prachanda ed il lungo braccio di ferro tra il leader maoista ed il presidente Ram Baran Yadav ha indebolito le istituzioni che non riescono a portare avanti una politica forte a difesa degli immigrati nepalesi nei 55 Paesi in cui sono presenti.
 
Il calo delle immigrazioni ha una ricaduta significativa sull’economia del Nepal. La Nonresidential Nepalese Association (NRN) afferma che sono quasi 7 milioni i lavoratori emigrati all’estero e stima che il bilancio dello Stato dipenda quasi per il 40% dalle rimesse in patria dei loro stipendi.