Grande attesa per il sermone del grande ayatollah Khamenei alla preghiera del venerdì
Tutti si aspettano un discorso alla nazione sul problema delle elezioni contestate. Khamenei ha già dichiarato vittorioso Ahmadinejad; dopo le critiche e le manifestazioni pro-Moussavi ha permesso una verifica parziale della conta dei voti, ma la piazza chiede nuove elezioni. Anche Ahmadinejad sembra più cauto. L’Assemblea degli esperti, l’organo religioso più importante, ha elogiato gli iraniani per la partecipazione al voto, ma non ha detto una parola sulla vittoria contestata di Ahmadinejad.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Il grande ayatollah Alì Khamenei prenderà la parola oggi nella preghiera del venerdì all’università di Teheran. Molti prevedono che egli userà la preghiera per un discorso pubblico alla nazione dove affronterà i problemi delle elezioni contestate che hanno provocato 6 giorni di manifestazioni, proteste e violenze nella capitale e in altre città del Paese.

Khamenei ha chiesto che alla preghiera siano presenti gli attori del dramma di questi giorni, il presidente eletto e i candidati esclusi, mentre il governo offre il biglietto dell’autobus gratis per permettere al maggior numero di persone di parteciparvi.

Centinaia di migliaia di manifestanti hanno dimostrato in questi giorni a Teheran, Mashad, Shiraz, Isfahan, Tabriz sostenendo Mir Hossein Moussavi, uno dei candidati perdenti, e accusando di brogli le elezioni del 12 giugno, la cui vittoria è stata attribuita proprio da Khamenei ad Ahmadinejad.

Le manifestazioni sono le più imponenti da 30 anni, dalla cacciata dello Scià.

Il governo continua a considerare “illegali” questi raduni e frena il dissenso bloccando siti internet, restringendo la libertà a giornalisti, arrestando decine di attivisti. Almeno 8 persone sono state uccise per alcuni spari contro la folla dei manifestanti il 15 giugno scorso.

Moussavi e gli altri due candidati perdenti hanno denunciato oltre 600 violazioni che richiedono una revisione delle elezioni, ma essi esigono soprattutto che le scorse elezioni siano dichiarate nulle e si ritorni di nuovo alle urne, in una sfida esplicita alla posizione di Khamenei, che invece per ora ha accordato solo una parziale revisione nella conta dei voti.

Ieri l’Assemblea degli esperti, l’organo religioso più importante del regime, ha applaudito la grande partecipazione alle elezioni (l’85% degli aventi diritto), ma non ha detto una parola sulla vittoria di Ahmadinejad. Anche il vittorioso presidente, che nei primi giorni con spavalderia ha paragonato i manifestanti a degli sconfitti di una partita al pallone, si è mostrato ieri più cauto e ha detto che “la vittoria appartiene ai 70 milioni di iraniani  e ai 40 milioni che si sono recati a votare. Tutti sono vincitori”.