Il parlamento discute una legge per fermare le organizzazioni non governative
Ong e gruppi per i diritti umani parlano di “una sentenza di morte” nei loro confronti. Il voto è previsto per il 30 giugno. Mobilitazione anche internazionale contro la legge, ma il governo non appare disposto a trattare.

Baku (AsiaNews/Agenzie) – Organizzazioni non governative (ong) e attivisti per i diritti umani si mobilitano contro una modifica normativa che restringe in modo sostanziale la loro attività in Azerbaigian. La loro opposizione ha ottenuto il rinvio del voto dal 19 al 30 giugno, ma ora chiedono il sostegno internazionale per costringere il governo a trattare.

L’emendamento prevede che i fondi della ong possano provenire all’estero al massimo per il 50% e proibisce a cittadini stranieri di costituire ong minacciando gravi sanzioni, compreso un bando fino a 5 anni di ogni attività del gruppo.

Rachel Denber, vicedirettore per l’Asia centrale di Human Rights Watch, osserva che questa legge costituirebbe “una mutilazione per i gruppi civili, ponendo limiti al loro lavoro e alla raccolta di fondi e aprendo la porta a eccessive interferenze del governo”.

Ancora più pessimista il parlamentare d’opposizione Penah Huseyin del Partito del Popolo, che parla di “una sentenza di morte per la legge atzera sulle ong”.

Critici anche il Consiglio d’Europa, l’ambasciatore Usa Anne Derse e numerose organizzazioni internazionali, che parlano di “un passo indietro” nella costruzione di una società stabile.

La Derse ha anche chiesto a Baku di tenere presenti le indicazioni dei leader dei gruppi sociali e di consultare la Commissione di Venezia del Consiglio di Europa, prima di prendere qualsiasi decisione.

Il governo risponde che tale emendamento è necessario per esigenze di pubblica sicurezza. Ma Emin Huseynov, leader del fronte di opposizione, ritiene la spiegazione poco credibile. Egli osserva che ci sono già “ottime leggi contro il terrorismo e una ong che è coinvolta in esso ha già violato la legge. Al governo non occorre una nuova legge per combatterlo”. Ma il governo appare deciso nell’andare avanti.