Il governo dell’Orissa stanzia 4 milioni di rupie per ricostruire le chiese
di Nirmala Carvalho
La somma serve per i lavori di recupero di 196 edifici, chiese e luoghi di culto delle diverse confessioni cristiane dislocati soprattutto nel distretto di Kandhamal. Il Global Council of Indian Christians chiede di risarcire anche le vittime e proteggere i testimoni nei processi contro gli estremisti indù.
Bhubaneshwar (AsiaNews) -  A quasi un anno dai pogrom anti-cristiani dell’Orissa il governo centrale di New Delhi e quello dello Stato indiano, teatro delle violenze, hanno deciso lo stanziamento dei fondi per le vittime e la ricostruzione delle chiese distrutte dai fondamentalisti indù.
 
Il governo dell’Orissa finanzierà la ricostruzione degli edifici con una somma di 4,23 milioni di rupie, l’equivalente di 62 mila euro circa. È la prima volta che lo Stato stanzia fondi per la ricostruzione di edifici di culto e strutture religiose. La somma servirà a coprire le spese per i lavori di ricostruzione di 196 edifici, chiese e luoghi di culto delle diverse confessioni cristiane dislocati soprattutto nel distretto di Kandhamal.
 
La decisione dello Stato segue di alcuni mesi le pressioni esercitate da gruppi cristiani verso il governo dell’Orissa. Nel maggio scorso il Global Council of Indian Christians (Gcic) ed il National Human Rights commission (NHRC) avevano inviato un rapporto sulle vittime e i danni causati dagli estremisti
 
Sajan K George, presidente del GCIC, afferma ad AsiaNews: “Ora è necessario proseguire con i risarcimenti per le vittime”, non contemplate nel finanziamento deciso dalle autorità dell’Orissa, “ma anche con la protezione dei testimoni, e dei loro parenti, implicati nei processi contro le persone accusate delle violenze”.
 
Va detto che due gorni fa, ai fondi per la ricostruzione stanziati dall'Orissa si sono aggiunti quelli decisi da New Delhi: il 7 luglio il governo centrale ha destinato 10,5 milioni di rupie, pari a 154 mila euro, per 35 famiglie che hanno perso un parente nelle violenze di agosto.
 
Sulle cifre reali dei morti causati dal pogrom continua il dibattito tra il governo dell’Orissa e i gruppi di cristiani. Le autorità sostengono che le vittime sono al massimo alcune decine, ma nel novembre scorso, durante la visita nel Kandhamal di una delegazione del Partito comunista-marxista-leninista, un rappresentante del governo aveva stimato in 500 il numero dei morti affermando che lui stesso aveva dato il permesso di cremare almeno 200 corpi.
 
Nei villaggi del Kandhamal si ripetono i casi di minacce di morte ai cristiani che hanno presentato denuncia contro i loro assalitori. Fonti di AsiaNews riportano che anche Kantan Nayak, uno dei principali testimoni nel processo contro i violentatori di suor Meena Barwa (vedi AsiaNews del 24/10/2008), ha ricevuto intimidazioni da parte di sconosciuti che lo hanno avvertito di non deporre nel caso della religiosa se non vuole essere ucciso.