L’India stanzia 5 miliardi di rupie per i profughi dello Sri Lanka
New Delhi inserisce l’emergenza rifugiati nella finanziaria 2009-2010. P. Santhanam, sacerdote gesuita ed avvocato per i diritti umani nel Tamil Nadu, teme che sia un modo per “lavarsi la coscienza” e “ribadire l’egemonia sull’isola”. Il problema è che “lo Sri Lanka non ha un concreto piano di riabilitazione per i rifugiati della guerra”.
Mumbai (AsiaNews) - “Non bastano i soldi per risolvere il problema dei rifugiati dello Sri Lanka”. P. Santhanam, sacerdote gesuita ed avvocato per i diritti umani al Tribunale di Madurai nel Tamil Nadu, è scettico davanti alla decisione del governo Indiano di destinare 5 miliardi di rupie, 7 milioni di euro circa, ai progetti di riabilitazione dei rifugiati tamil promossi dal governo di Colombo.
 
New Delhi ha previsto di stanziare il finanziamento prelevandolo dal budget federale 2009-2010, ma il sacerdote indiano afferma che, per quanto ingente possa essere la somma, il vero problema è che “lo Sri Lanka non ha un concreto piano di riabilitazione per i rifugiati della guerra”.
 
P. Santhanam teme che l’India “usi il finanziamento per lavarsi la coscienza” e “per ribadire la sua egemonia sull’isola” senza tuttavia aiutare davvero la popolazione tamil. Le drammatiche condizioni in cui sono costretti a vivere i profughi sono oggetto di continue polemiche ed anche la Croce Rossa e l’Unhcr continuano a parlare di emergenza umanitaria.
 
“Mi auguro che l’India non eroghi i soldi senza chiare garanzie sul loro utilizzo da parte del governo di Colombo”, dice il sacerdote gesuita. “Ancora oggi c’è il timore che i rifugiati resteranno nei campi per un tempo indefinito ed il sospetto che il continuo rinvio del loro reinsediamento serva per in realtà per stabilirsi nel Vanni popolazione singalese e alterare così la situazione demografica dell’area”.
 
L’auspicio di p. Santhanam è che il governo di New Delhi, insieme ai soldi, “invii in Sri Lanka anche attivisti per i diritti umani a cui affidare il compito di ambasciatori per la riconciliazione, i soccorsi, la riabilitazione e la ricostruzione”. (NC)