Hrw: in Cambogia è in atto una persecuzione verso l’opposizione e i dissidenti
Il governo del premier Hun Sen attua un uso sistematico della violenza per consolidare il potere. Nove arresti fra membri del parlamento, giornalisti e attivisti per i diritti umani. Un appello alla comunità internazionale perché eserciti pressioni su Phnom Penh.
Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) – Il governo cambogiano del premier Hun Sen deve fermare “la campagna di persecuzione, minacce e azioni extra-giudiziarie” contro membri dell’opposizione e attivisti per i diritti umani. La denuncia è di Human Rights Watch (Hrw), organismo internazionale con sede a New York, che riferisce di un “uso sistematico della violenza” per consolidare il potere e mettere il bavaglio ai dissidenti.
 
Brad Adams, direttore per l’Asia di Hrw, spiega che “il governo sta imponendo il più serio giro di vite contro la libertà di espressione degli ultimi anni”. Dall’aprile scorso le autorità, con l’avallo del Primo Ministro Hun Sen, hanno accusato almeno nove fra giornalisti, avvocati e membri dell’opposizione parlamentare di “diffamazione e cattiva informazione”.
 
Nel mirino del governo due membri dell’Assemblea nazionale, ai quali il 22 giugno scorso è stata tolta l’immunità parlamentare. Mu Sochua e Ho Vann, del Sam Rainsy Party (Srp), sono accusati di “aver diffamato” Hun Sen e altri 22 ufficiali dell’esercito. Il 26 giugno il tribunale di Phnom Penh ha condannato Hang Chakra, proprietario di un giornale dell’opposizione, a un anno di galera per “cattiva informazione”. Nel mirino dei giudici alcuni articoli pubblicati sul quotidiano, in cui si denunciava la corruzione dilagante nel governo. Il 14 luglio Moeung Sonn, presidente dell’Ong Khmer Civilization Foundation, è stato condannato in contumacia a due anni di prigione, anch’egli con l’accusa di “cattiva informazione”. L’uomo avrebbe sollevato dubbi sugli effetti dell’installazione di luci artificiali ai monumenti di Angkor, sito cambogiano inserito dall’Unesco fra i patrimoni dell’umanità.
 
L' ufficio per i diritti umani dell'Onu in Cambogia lancia l’allarme: l’ondata di repressione potrebbe fomentare un senso di “paura, rabbia e frustrazione” fra la popolazione, con il rischio di “rivolte sociali e violenze”. Essi chiedono ai Paesi della comunità internazionale – fra quanti forniscono aiuti e assistenza alla Cambogia –  di esercitare pressioni sul governo perché interrompa la campagna di persecuzione interna. “Hun Sen – conclude Brad Adams – controlla quasi tutti gli aspetti della politica cambogiana. Il suo sforzo volto a silenziare l’opposizione sembra non finire mai”.
 
Hun Sen è primo ministro della Cambogia dal novembre del 1998. Egli ha conquistato la leadership assoluta nel Paese dopo la cacciata – in seguito a un colpo di Stato – di Norodom Ranariddh, figlio dell’allora re Norodom Sihanouk. Sul passato di Hun Sen gravano diverse ombre, fra le quali la militanza nelle file dei Khmer Rossi, responsabili del massacro di circa due milioni di cambogiani tra il 1975 e il 1979, e frequenti accuse di corruzione.