Pyongyang: fine dei colloqui a sei sul nucleare. L’Onu impone nuove sanzioni
Il numero due del regime dichiara la fine “permanente” delle trattative per il mancato rispetto della “sovranità nazionale”. E minaccia un ulteriore sviluppo del programma nucleare. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite all’unanimità congela i beni di funzionari e aziende governative.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Pyongyang dichiara la “fine permanente” dei colloqui a sei sul nucleare. Lo ha comunicato Kim Yong-nam, numero due del regime nord-coreano, a margine del vertice dei Paesi non-allineati a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, intanto, ha deciso all’unanimità di imporre nuove sanzioni alla Corea del Nord.
 
Kim Yong-nam, presidente dell’Assemblea Suprema del Popolo, mette la parola fine alle speranze di dialogo. “Poiché gli Stati Uniti e i suoi alleati non rispettano la nostra sovranità – afferma il Capo di Stato nominale nord-coreano – noi non siamo pronti a riprendere i negoziati sul nostro programma nucleare e i colloqui sono chiusi per sempre”. Egli aggiunge che al governo non rimane altra scelta che prendere misure decise per rafforzare “il potere nucleare deterrente”.
 
I colloqui a sei sul nucleare nord-coreano sono stati avviati nel 2003 da Cina, Russia, Stati Uniti, Corea del Sud, Corea del Nord e Giappone. Essi intendevano fermare la corsa all’atomica di Pyongyang, in cambio di aiuti economici e investimenti per lo sviluppo. L’ultimo vertice si è svolto nel dicembre 2008; i recenti esperimenti missilistici e nucleari nord-coreani hanno interrotto le trattative.
 
Intanto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato all’unanimità nuove sanzioni contro la Corea del Nord: nel mirino dell’Onu cinque funzionari, quattro aziende e una agenzia di Stato. Bandita inoltre l’importazione di materiali destinati alla realizzazione di armamenti, fra cui un certo tipo di grafite utilizzata nella produzione di missili.
 
Le sanzioni hanno effetto immediato e devono essere rispettate dai 192 Paesi membri dell’Onu. I funzionari nord-coreani colpiti non potranno viaggiare all’estero; congelati i loro beni, insieme ai capitali delle quattro aziende e dell’agenzia di Stato finite nel mirino delle Nazioni Unite. Da sottolineare la decisione unanime del Consiglio; in passato Cina e Russia hanno imposto il veto a provvedimenti contro il regime di Pyongyang.