Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – Soldati e polizia iracheni hanno attaccato un campo di profughi iraniani appartenenti al gruppo dei Mujaheddin-e-Khalq. Il gesto di violenza è avvenuto mentre in Iraq era presente Robert Gates, segretario Usa alla Difesa. Un portavoce del governo iracheno afferma che le forze dell’ordine volevano solo prendere pieno controllo del campo e che avevano avvistao i responsabili del campo un giorno prima; ma i leader del gruppo affermano che vi sono stati almeno 4 morti, 300 feriti e 29 arrestati.
Secondo immagini diffuse dal movimento, circa 800 soldati iracheni hanno cercato di prendere possesso del campo, mentre centinaia di profughi ostacolavano la loro entrata. Le forze dell’ordine hanno allora risposto con getti di idrante e con manganelli.
Situato a circa 100 km a nord di Baghdad, nella provincia di Diyala, a poche decine di chilometri dalla frontiera iraniana, il campo di Ashraf ospita almeno 3500 persone. È stato costruito negli anni ’80 proprio per ospitare i guerriglieri Mujaheddin-e-Khalq fuggiti dall’Iran, nemici di Khomeini. Saddam Hussein li ha aiutati allo scopo di indebolire l’Iran durante la guerra contro Teheran.
Nel 2003 le forze americane hanno disarmato il campo, ma hanno vigilato sulla loro incolumità. Ora che gli americani stanno andando via, vi sono continue pressioni di Teheran, ormai amico della leadership sciita di Baghdad, ad eliminare i nemici della Repubblica islamica.
I Mujaheddin-e-Khalq sono stati fondati negli anni ’60 da studenti universitari musulmani di ispirazione marxista. In un primo tempo hanno partecipato assieme ad altri gruppi alla liberazione dell’Iran dallo scià, con esecuzioni sommarie e attacchi terroristi. In seguito, col rafforzarsi del suo potere, Khomeini ha lanciato una guerra altrettanto spietata contro di loro. I Mujaheddin-e-Khalq sono sospettati di aver aiutato Saddam Hussein a violenti purghe contro i kurdi e gli sciiti.