Allarme peste polmonare, due morti nel Qinghai
Le autorità sanitarie hanno disposto la quarantena per 10 mila persone – in maggioranza di etnia tibetana – a Ziketan. Altri dieci casi di persone ricoverate con i sintomi della malattia. Portavoce dell’Oms assicura che la situazione è “sotto controllo”.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – È di due morti il bilancio, provvisorio, della peste polmonare che ha colpito una zona remota nel nord-ovest della Cina. Le autorità sanitarie hanno messo in quarantena 10mila persone nella cittadina di Ziketan, provincia di Qinghai, abitata in maggioranza da esponenti di etnia tibetana.
 
La seconda vittima è un uomo di 37 anni; egli è un vicino di casa dell’uomo di 32 anni che, per primo, ha contratto la peste polmonare. La zona è scarsamente popolata e ciò favorisce il contenimento della diffusione del virus. Altre dieci persone, parenti delle due vittime accertate, avrebbero contratto la malattia e sono sotto stretta osservazione.
 
Vivian Tan, portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in Cina, spiega che “non vi è nulla di nuovo” e già in passato “vi sono stati casi sporadici” di pesete polmonare. “Siamo in contatto costante – aggiunge – con le autorità per essere sicuri che la situazione resti sotto controllo”.  
 
La peste polmonare attacca i polmoni e i sintomi includono febbre, mal di testa e difficoltà respiratorie. Essa si può trasmettere da uomo a uomo o dagli animali all’uomo. Le autorità sanitarie assicurano che la situazione è “sotto controllo”, uffici e scuole rimangono aperti.  
 
Nell’ottobre 2008 la Cina ha annunciato una profonda riforma sanitaria – non ancora attuata – per favorire assistenza e cure mediche anche alle popolazioni più povere delle aree remote del Paese. Centinaia di milioni di operai e contadini sono infatti costretti a pagare ogni prestazione, mentre i migliori ospedali sono concentrati nelle città.
 
Ciò spingee milioni di persone a trascurare la salute, oppure a indebitarsi e vendere tutto per accedere ai servizi sanitari. Secondo dati del Ministero cinese della salute, almeno l’80% dei contadini muore senza aver mai visto un medico, a causa del prezzo delle visite e delle cure.
 
Tale situazione ha favorito la diffusione di epidemie mortali come la Sars nel 2003 e l’influenza aviaria. Pechino ha deciso di collaborare con le organizzazioni sanitarie internazionali, favorendo controlli serrati come è avvenuto, di recente, con la nuova influenza H1N1.