Ospedali cattolici del Kerala ricanalizzano le donne sterilizzate
di CT Nilesh
L’operazione potrà costare 10 mila rupie (circa 180 euro). La Chiesa è preoccupata delle campagna antinatalità del governo e della diminuzione della popolazione cattolica. Lo Stato vuole penalizzare con multe e esclusione da scuole e cure ospedaliere chi ha più di due figli.

 Trivandrum (AsiaNews) - I vescovi del Kerala “daranno un aiuto alle donne che vogliono capovolgere la loro sterilizzazione”. Lo ha affermato p. Jose Kottayil, segretario della Commissione per la famiglia della Conferenza dei episcopale del Kerala (Kcbc). Ed ha aggiunto: “Vogliamo abbassare il prezzo di questa operazione negli ospedali amministrati dalla Chiesa, da 40.000 rupie (700 euro) a 10.000 rupie (180 euro)”.

 La sterilizzazione maschile e soprattutto femminile è praticata in India fin dagli anni ’60 come metodo per il controllo della popolazione. Negli anni ’70 essa era praticata anche con violenza; ora viene proposta con incentivi economici. La fascia di popolazione presa di mira è sempre la stessa: i poveri, le minoranze, i musulmani e i cristiani.

La facilitazione di tornare indietro dalla sterilizzazione, offerta dalla Kcbc, è uno dei modi in cui la Chiesa keralese si preoccupa di incoraggiare famiglie cristiane a fare più figli. Grazie alla pubblicità nelle scuole e nella società, e all’emarginazione governativa per chi ha più di due figli, negli ultimi 50 anni la popolazione cattolica del Kerala è diminuita dal 24% al 19%.

Una ragione per la diminuzione è la costante e massiccia emigrazione dei cristiani istruiti, sia all’estero, sia negli altri Stati dell’India. Ma i vescovi sono preoccupati anche perché il numero dei figli nelle famiglie cristiane è molto ridotto.

Nel 2006 la Chiesa Cattolica ha pubblicato una lettera pastorale esortando i fedeli ad avere più bambini. Questa proposta ha creato tensioni con lo Stato keralese che invece vuole attuare programmi di controllo per le nascite per mantenere attorno al 2% la crescita della popolazione. L’anno scorso i vescovi hanno contestato un progetto di legge per il controllo delle nascite che propone di penalizzare chi ha un terzo figlio. Secondo il progetto di legge chi ha un terzo figlio va penalizzato con una multa di 10 mila rupie. Inoltre le famiglie non avrebbero potuto usufruire dell’educazione gratuita e delle cure negli ospedali governativi. La legge avrebbe punito anche coloro che esortavano ad avere più figli in nome della religione o della casta.

Pronunciandosi con forza contro la proposta di legge, P. Althara, portavoce della Kcbc, aveva detto allora che la Chiesa in Kerala avrebbe lanciato delle campagne in favore della vita attraverso l’apostolato per la famiglia in ogni diocesi. “La Chiesa – aveva detto - si prenderà cura dell’educazione e della salute dei bambini delle famiglie economicamente disagiate se loro intendono avere più figli”.