Gli afghani al voto fra minacce e speranze
I votanti dovrebbero essere 17 milioni. Ma alcune zone del Paese sono a rischio di attacchi e diversi distretti sono controllati dai Talebani, contrari alle elezioni. L’atmosfera è abbastanza tranquilla, anche se vi sono stati lanci di razzi, senza grosse conseguenze. Karzai ha già votato e ha esortato i suoi connazionali a fare altrettanto.

Kabul (AsiaNews) – Fra strette misure di sicurezza e paure per le minacce dei talebani, gli afghani hanno cominciato a votare stamane per eleggere il presidente e i rappresentanti provinciali. I seggi elettorali sono stati aperti alle 7 (ora locale) e chiuderanno alle 16. I risultati delle elezioni, le seconde dalla invasione multinazionale del 2001, saranno pubblicati a partire dal 23 agosto sera.

Circa 17 milioni di persone sono chiamate a recarsi agli oltre 6 mila seggi, protetti da 300 mila soldati afghani e stranieri. Negli ultimi giorni, gli insorti – le milizie talebane, che guadagnano sempre più terreno nel Paese – hanno provocato attacchi fino a Kabul, uccidendo 25 persone in due giorni e minacciando tutti coloro che si recano al voto.

Fino a stamattina, le votazioni si sono svolte con tranquillità, sebbene nelle province di Kandahar (sud), Ghazni (sud), Helmand (sud), Nangarhar (est) et Kunar (est) vi siano stati lanci di razzi, senza grosse conseguenze. Non si sa quanti seggi saranno aperti effettivamente, dato che alcune regioni rimangono sotto il controllo dei Talebani. Il ministero degli interni ha detto che circa un terzo del Paese è ad alto rischio di attacchi e che non vi saranno seggi elettorali negli otto distretti sotto il controllo dei Talebani.

Il presidente Hamid Karzai ha votato stamane, dopo mezz’ora dall’apertura dei seggi e ha ancora esortato i suoi connazionali a partecipare alle elezioni. Molti afghani sono disillusi dalla politica e dalle forze multinazionali perché dopo anni di guerra vedono solo pochi miglioramenti. In più accusano politici e burocrati di corruzione.

Altri vedono invece nelle elezioni l’unico passo possibile verso una stabilizzazione del Paese.

I sondaggi di opinione mostrano un grande sostegno per il presidente uscente Hamid Karzai (circa il 45%), seguito dal suo ex ministro degli esteri, Abdullah Abdullah, con il 25%. Fra gli altri 39 candidati alla presidenza vi sono Ashraf Ghani Ahmadzai, indipendente, e Ramazan Bashardost, ex rappresentante della Banca mondiale, elegante politico, ma sospettato di corruzione.

Per i consigli provinciali i votanti devono scegliere fra 3196 candidati per eleggere 420 rappresentanti. Per non influenzare l'elettorato, il governo afghano ha chiesto ai media di non riportare notizie di violenze presso i seggi elettorali, ma in molti, afghani e stranieri, hanno criticato il suggerimento.