La “Caritas in veritate” svela il valore della dottrina sociale della Chiesa
di Reid Shelton Fernando
L’ultima enciclica di Benedetto XVI continua a ricevere apprezzamenti da parte di molti esperti. Qui quello di p. Reid Shelton Fernando, sacerdote della diocesi di Colombo molto noto nello Sri Lanka anche per la sua attività di scrittore e commentatore di problemi economici e sociali.
Colombo (AsiaNews) – P. Reid Shelton Fernando è un sacerdote della diocesi di Colombo molto noto nello  Sri Lanka anche per la sua attività di scrittore e commentatore di problemi economici e sociali. Interpellato da AsiaNews sull’ultima enciclica di Benedetto XVI afferma che la Caritas in veritate, “deve fare esultare tutti” ed è uno strumento decisivo perché “il magistero sociale non resti ‘il miglior segreto della Chiesa’”. Proponiamo di seguito la sua riflessione.
 
La Caritas in veritate e di una ricchezza teologica che deve far esultare tutti. Essa si radica nella Populorum progressio di Paolo VI, del 1967, e afferma che lo sviluppo deve avere lo scopo di contribuire alla realizzazione di tutte le persone e vincere i demoni della povertà, della malattia, dell’ignoranza, della fame e della disoccupazione.
 
I critici affermano che l’umanesimo cristiano si fa vivo quando la soluzione dei problemi è già stata trovata. In realtà, nella Caritas in veritate, il Papa sottolinea che la dimensione della fede così come la prospettiva etica  rappresentano un punto decisivo nella situazione attuale. Da un lato manifesta la sua preoccupazione per le sfide della fame e della povertà, dall’altro riconosce l’importanza di un sistema di sicurezza sociale così come del mercato.. Egli afferma che gli aspetti positivi del processo di globalizzazione devono essere usati per ottenere il risultato di sconfiggere la povertà ovunque e che il profitto non può essere considerato come fine a se stesso.
 
Il Papa mette a fuoco il malessere generato dalla crisi economica, le speculazioni finanziarie, le migrazioni su larga scala legate al mercato del lavoro e la domanda ampiamente ignorata di un fondamento etico. Con l’enciclica Benedetto XVI conferma la tradizione del magistero sociale della Chiesa da Leone XII sino ad oggi e rivolge un appello alle autorità politiche di tutto il mondo.
 
Questa enciclica deve essere studiata non solo dalle elite e dai teologi, ma deve toccare il cuore di tutti ed essere letta anche dalla gente comune così che il magistero sociale non resti “il  segreto meglio custodito della Chiesa”.
 
(ha collaborato Melani Manel Perera)