Ankara (AsiaNews) Domani verrà presentato a Bruxelles il Rapporto della Commissione europea sull'apertura dei negoziati per l'adesione della Turchia all'Unione europea. Se il Rapporto darà risposte positive, il passo ulteriore per l'eventuale entrata della Turchia nei Venticinque sarà il Consiglio europeo del 17 dicembre quando i 25 membri dell'Unione dovranno stabilire se iniziare i negoziati per l'ammissione di Ankara nella Ue.
Sono 40 anni che Turchia e l'Europa hanno iniziato a stabilire contatti e relazioni ufficiali. Nel 1964 la Cee (Comunità economica europea) e il governo turco firmarono una 'Association Agreement' (Convenzione di associazione) che prevedeva la realizzazione di un'unione commerciale fra Europa e Turchia da attuarsi in 3 fasi nell'arco di 13 anni. Nel 1970 l'accordo veniva aggiornato e si stabilivano le date per la creazione di accordi commerciali, uno per beni industriali (da realizzare nel 1982), un altro per i beni alimentari (1992).
Le difficoltà economiche interne della Turchia durante gli anni '70 impedirono l'applicazione degli accordi. Nel 1980 si decise un aggiornamento dei patti economici, ma nel settembre di quell'anno la salita al potere dei militari congelò i rapporti Europa-Turchia e i negoziati vennero bloccati.
Nel 1986 i colloqui turco-europei vennero ristabiliti, ma il partito conservatore di matrice islamica, condizionava la politica turca in direzione anti-europea.
Nel 1987 Ankara presentò per la prima volta la richiesta ufficiale per far parte della Comunità europea: la prima risposta nel 1989 di Bruxelles fu evasiva, ma l'allora presidente turco Ozal la giudicò positiva rispetto a un netto rifiuto.
Nel 1999 la Turchia venne riconosciuta in modo ufficiale candidato ad entrare nella Comunità europea. La svolta avvenne nel 2002 quando Recep Tayyip Erdogan, leader del partito islamico moderato Giustizia e Sviluppo (AKP), divenne primo ministro, vincendo le elezioni con un programma di riforme e modernizzazione. Erdogan faceva dell'entrata della Turchia in Europa entro il 2012 uno dei punti di forza della sua politica. Secondo il ministro delle Finanze turco, Kemal Unakitan, la Turchia potrà soddisfare i parametri di Maastricht nel giro di 5 anni.
La Turchia conta 70 milioni di abitanti, al 99% musulmani. I cristiani sono lo 0,6% della popolazione. I cattolici sono circa 30mila. La crescita economica prevista per il 2004 è del 7,9%, l'inflazione è al 25,3% e la disoccupazione al 10,5% (dati del 2003).