Timori per l’economia cinese: la borsa scende del 2,6%
A metà pomeriggio la borsa di Shanghai era scesa del 5,5%, ricuperando in parte prima della chiusura. Il premier Wen Jiabao assicura che i crediti facili continueranno, ma che l’economia è lungi dall’essere risanata. Proprio i prestiti suscitano timori di bolle speculative.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Dopo giorni di ripresa dall’ultimo tonfo, la borsa in Cina si è chiusa oggi in negativo. Quella di Shanghai ha chiuso a meno 2,6%, dopo essere scesa a metà pomeriggio fino a meno 5,5%. Quella di Shenzhen ha chiuso a meno 2,3%.

Gli analisti attribuiscono i risultati alle ambigue parole di Wen Jiabao espresse ieri, in cui egli ha promesso crediti facili per sostenere l’economia, ma nello stesso tempo ha messo in guardia da un “cieco ottimismo”.

Durante un suo viaggio nella provincia dello Zhejiang, Wen ha detto che l’economia cinese mostra segni positivi, ma la situazione rimane fragile. “Vi sono – ha affermato – molti fattori instabili e incerti e la situazione economica è ancora molto grave, sebbene l’economia mondiale e quella nazionale stiano cambiando in modo positivo”.

Per affrontare la crisi, Pechino ha varato un pacchetto di aiuti per 4 mila miliardi di yuan (circa 410 miliardi di euro) per sostenere il consumo interno e immettere denaro attraverso enormi spese nelle infrastrutture e lavori pubblici.

Esperti però osservano che la gran mole di prestiti distribuita finora rischia di aver creato una bolla speculativa e discutono le possibili conseguenze sulle banche e sull’economia.

Il flusso di liquidità dovuto al pacchetto di aiuti ha fatto crescere il valore della borsa di Shanghai di circa il doppio dal gennaio al 4 agosto 2009, dopo che nel 2008 era diminuita del 65%. Ma dal 4 al 19 agosto Shanghai ha perso il 19,8%. Nei giorni scorsi ha poi ricuperato oltre  il 5%, per ricadere in negativo ancora oggi.