West Java, aumentano le vittime del terremoto: 46 morti, migliaia di sfollati
I soccorritori scavano fra fango e macerie per trovare superstiti, ma le speranze diminuiscono con il passare delle ore. Circa 300 i feriti, migliaia di case sono andate distrutte; dozzine di persone risultano disperse. Notte all’addiaccio per 5mila persone, per il timore di nuove scosse.
Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – È di almeno 46 morti, circa 300 feriti, dozzine di persone scomparse e migliaia di case distrutte il bilancio – ancora provvisorio – del terremoto di magnitudo 7.3 che ha scosso ieri pomeriggio l’isola di Java, diffondendo il panico anche a Jakarta. Il sisma è stato percepito alle 14.45 ora locale e l’epicentro è stato localizzato a Tasikmalaya (provincia di West Java), circa 300 km a sud-est della capitale e 60 km a est di Bandung.
 
Le autorità indonesiane hanno inviato squadre specializzate a Cianjur, (Java). I soccorritori scavano tra fango e macerie alla ricerca di superstiti, ma le speranze di trovare altre persone in vita diminuiscono con il passare delle ore. Migliaia di edifici della città, circa 100 km a sud di Jakarta, sono crollati; danni e vittime si contano anche nella vicina città di Tasikmalaya.
 
Il lavoro delle squadre di soccorso è ostacolato dall’interruzione delle vie di comunicazioni, che collegano gli insediamenti nella parte meridionale dell’isola. Al momento non è possibile effettuare una stima attendibile delle vittime e dei danni. Circa 5mila persone hanno trovato riparo in tende di fortuna, trascorrendo la notte all’aperto per il timore di nuove scosse.
 
Il sisma è stato percepito anche a Jakarta, costringendo tutte le persone che lavorano nei piani alti della capitale – soprattutto nell’area commerciale – a riversarsi in strada alla ricerca di un riparo. La scossa è stata avvertita anche a Surabaya, la seconda città più popolosa del Paese, distante circa 500 km dall’epicentro, e nell’isola di Bali, una delle mete estive di maggior richiamo per il turismo internazionale.
 
L’arcipelago indonesiano è al centro di una zona dall’intensa attività sismica e vulcanica, meglio nota come “anello di fuoco del Pacifico”. Essa è una delle più predisposte ai terremoti e agli tsunami in tutto il mondo. Nel dicembre 2004 oltre 170mila indonesiani sono morti o risultano ancora oggi dispersi per il terremoto di magnitudo 9.15 che ha colpito la provincia di Aceh, nell’isola di Sumatra, che ha provocato un successivo tsunami dalla portata devastante.
 
Ieri il Pacific Tsunami Warning Center aveva lanciato l’allarme per una possibile onda anomala, conseguenza del terremoto, con un raggio di alcune centinaia di chilometri di costa; l’allerta è quindi rientrato, scongiurando il pericolo di ulteriori vittime.