La polizia presidia Urumqi. Si rischia il conflitto etnico fra han e uiguri
Le autorità invitano tutti a restare a casa. Ieri decine di migliaia di etnici han hanno marciato contro il governo regionale, incapace di proteggerli. Dopo le proteste e gli scontri di luglio, ora il rischio è un’escalation di tensione e violenza tra han e uiguri.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – C’è oggi una calma irreale ad Urumqi, capitale dello Xinjiang, dove la polizia in tenuta antisommossa presidia le strade quasi deserte. Qui negli ultimi 2 giorni la maggioranza di etnia Han è scesa in piazza chiedendo severe punizioni contro gli Uiguri. Il rischio è che si  inneschi una vera lotta etnica.

Ieri la città è stata bloccata da decine di migliaia di han che hanno marciato in modo pacifico (nella foto), accusando il governo della provincia di essere “inutile” e chiedendo le dimissioni del segretario del Partito comunista regionale Wang Lequan, da molti ritenuto alleato del presidente Hu Jintao. Gli han accusano le autorità di non prendere iniziative idonee per proteggerli. I dimostranti hanno gridato slogan come “Punizione severa per i criminali” e “Vogliamo stabilità”.

Oggi le autorità hanno chiesto alla popolazione di restare in casa e le vie sono quasi deserte, ma la tensione è palpabile.

Lo scorso luglio ci sono stati scontri violenti tra gli autoctoni uiguri e la polizia. Ci sono stati almeno 197 morti (tra cui molti han) e 1600 feriti secondo i dati ufficiali, mentre fonti ufficiose parlano di molti più morti uighuri. La polizia ha arrestato migliaia di uiguri.

Le proteste sono anche conseguenza delle centinaia di persone ferite di recente da ignoti armati con siringhe ipodermiche. La televisione locale parla di 476 feriti certi, di cui 433 han e 19 uiguri; ma la popolazione dice che sono stati almeno il doppio. Le autorità escludono che i feriti siano stati infettati in alcun modo. L’agenzia statale Xinhua dice che sono stati arrestati 21 aggressori, ma non ne specifica l’etnia.

Ora entrambi i gruppi etnici hanno paura per la propria incolumità, hanno timore persino a uscire per strada, ad aprire il proprio negozio, a mandare i figli a scuola.

Nella capitale gli autoctoni uiguri sono ormai una minoranza, per l’immigrazione di etnici han favorita da Pechino con l’offerta di posti dirigenziali e facilitazioni nei commerci. Gli uiguri da tempo denunciano di essere emarginati nella loro stessa terra a causa di una politica che vuole far dimenticare la loro cultura ed esautorarli dai centri di potere politico ed economico.