Il “congelamento” non ferma le colonie israeliane, nel 2009 si costruirà come in passato
Il dato è stato fornito oggi dall’Ufficio israeliano di statistica. Di insediamenti Netanyahu parlerà la settimana prossima al Cairo con Mubarak. Sul tavolo anche il processo di pace e la vicenda del soldato Gilad Shalit.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Toglie ogni credibilità all’atteso “congelamento” degli insediamenti israeliani nei territori occupati la notizia, diffusa oggi dall’Ufficio centrale di statistica dello Stato ebraico, per il quale nel 2009 non cambierà rispetto agli anni precedenti il trend della costruzione di case nei Territori. Ciò in conseguenza dell’annuncio del governo Netanyahu di consentire la costruzione di 455 nuove case, insieme al completamento di altre 2.500.
 
Il tema degli insediamenti, che crea contrasti anche all’interno di Israele – oltre che con Stati Uniti e mondo arabo – sarà affrontato anche nell’incontro, confermato oggi dall’ufficio di Netanyahu, che il premier israeliano avrà la settimana prossima al Cairo con il presidente egiziano Hosni Mubarak. La questione pesa non poco sul processo di pace, del quale si parlerà. Sul tavolo ci sarà anche la vicenda del soldato israeliano Gilad Shalit, rapito da Hamas.
 
Il congelamento della politica degli insediamenti in Cisgiordania e Gerusalemme est è stato chiesto a Israele dal presidente americano Barack Obama, come passo per consentire la ripartenza del processo di pace. Il rifiuto concretamente oppostogli da Netanyahu è visto come un grave ostacolo all’annunciata volontà di Obama di portare la pace in Medio Oriente, oltre che come uno smacco subito dal presidente Usa. Peraltro per il diritto internazionale tali insediamenti sono illegali perché in zone occupate in seguito a una guerra e la Road Map del 2003 affermava l’obbligo di Israele di sospendere ogni espansione delle colonie.
 
In Cisgiordania ed a Gerusalemme est, conquistate con la guerra dei Sei giorni del ’67, vivono oggi quasi 500 mila coloni: 280 mila nella West Bank e 190 mila nella zona orientale di Gerusalemme. Secondo i dati dell’organizzazione israeliana Peace Now, dal 2001 ad oggi la popolazione in Cisgiordania è cresciuta del 5-6%.
 
Ora l’Ufficio israeliano di statistica informa che nel periodo dal 2005 alla fine del 2008, quando l’America non aveva chiesto il congelamento degli insediamenti, 7.015 edifici sono stati eretti in Cisgiordania. La media - di oltre 1500 permessi di costruzione all’anno - non cambierà neppure ora, con l’annunciato congelamento. Che per il responsabile dell’ufficio stampa palestinesi Ghassan Khatib, oltre che essere “una sfida” alla comunità internazionale, “congela” solo il processo di pace.