L’esercito libera profughi tamil se richiesti e accolti da familiari
di Melani Manel Perera
Chi ha un parente nei campi profughi potrà farlo uscire garantendone l’accoglienza nella propria casa. Il governo stanzia altri 800 mila euro per i rifugiati. Ma lo sminamento delle regioni teatro del conflitto non è ancora finito.
Colombo (AsiaNews) -  Il governo dello Sri Lanka è pronto a rilasciare i profughi tamil che possono garantire di essere accolti nella case di familiari nei loro luoghi di origine.
 
Le autorità di Colombo dovrebbero lanciare a breve una campagna stampa per informare dell’iniziativa la popolazione del nord dell’isola. L’esercito che controlla i 33 campi ed i nove ospedali in cui sono ospitati oltre 265mila rifugiati rilascerà i cosiddetti Internally displaced persons (IDPs) solo se questi si saranno accordati con parenti o amici nei loro Paesi di origine.
 
L’esecutivo del presidente Mahinda Rajapaksa aveva promesso un rapido reinsediamento dei profughi subito dopo la fine del conflitto, in maggio. Il termine per la chiusura dei campi ed il ritorno a casa dei tamil era stato fissato in 180 giorni a partire da aprile. In molti temono che questa scadenza non sarà rispettata.
 
L’esercito afferma che la lentezza del reinsediamento è dovuta alla difficoltà nella bonifica dei territori del nord dalle mine disseminate dai guerriglieri del Liberation Tigers of Tamil Eelam (Ltte). Le organizzazioni umanitarie e diverse voci della società civile affermano invece che il rinvio della chiusura dei campi è causata dai controlli ad oltranza dei militari che sospettano ogni profugo di connivenza o legami con i ribelli delle Tigri.
 
 R. Sampanthan, leader del Tamil National Alliance (Tna), è comunque soddisfatto dell’iniziativa del governo a cui il suo partito aveva chiesto, ancora il 7 settembre, di rispettare le promesse fatte. “Abbiamo chiesto al governo di ridurre al minimo le difficoltà degli IDPs – afferma Sampanthan – e le autorità ci hanno assicurato che accelereranno il lavoro di sminamento per anticipare il ritorno a casa dei profughi”.
 
Nel frattempo le autorità di Colombo hanno stanziato altri 350 milioni di rupie, pari a 800 mila euro circa, per nuove provvigioni di cibo, acqua potabile e servizi sanitari ai profughi dei campi di Vavuniya, Jaffna, Mannar e Trincomalee.