Telegramma del papa ai funerali dei sei soldati uccisi in Afghanistan
Benedetto XVI prega per tutti coloro che ogni giorno si impegnano a costruire nel mondo “solidarietà, riconciliazione e pace”. Mons. Pelvi: intervenire per proteggere le popolazioni da gravi e continue violazioni dei diritti umani.

Roma (AsiaNews) – Un telegramma di cordoglio del papa è stato letto durante i funerali dei sei soldati italiani uccisi nei giorni scorsi a Kabul in un attentato suicida. I funerali di Stati di Antonio Fortunato, Matteo Mureddu, Davide Ricchiuto, Roberto Valente, Gian Domenico Pistonami e Massimiliano Randino si sono svolti stamane nella basilica di S. Paolo fuori le Mura, fra migliaia di partecipanti.

Nel messaggio, a firma del card. Bertone, segretario di Stato, Benedetto XVI si dice “profondamente addolorato” per le vite perdute fra i militari e fra i civili di Kabul; esprime poi vicinanza ai familiari degli uccisi, ai militari e a tutta la nazione italiana. Il pontefice offre la sua preghiera a Maria Regina della pace “affinché Iddio, sorgente inesauribile di speranza e forza nel bene, sostenga quanti si impegnano ogni giorno a costruire nel mondo solidarietà, riconciliazione e pace”.

Anche mons. Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l’Italia, ha sottolineato nella sua omelia ai funerali il valore di riconciliazione che ha la missione dei soldati italiani in Afghanistan. “Se uno Stato non è in grado di proteggere la propria popolazione da violazioni gravi e continue dei diritti umani, come pure dalle conseguenze delle crisi umanitarie, provocate sia dalla natura che dall’uomo – ha detto - la comunità internazionale è chiamata ad intervenire, esplorando ogni possibile via diplomatica e prestando attenzione ed incoraggiamento anche ai più flebili segni di democrazia o di desiderio di riconciliazione”.