Delegazione della diocesi di Hue ha visitato in prigione padre Ly
Due sacerdoti inviati dall’arcivescovo, preoccupato per le condizioni di salute del carcerato. Che rinuncia al ricovero in ospedale, perché altri detenuti ne hanno più bisogno. L’eucaristia e le notizia sulla diocesi lo fanno sentire in comunione con la Chiesa vietnamita.
Hue (AsiaNews/EdA) – Padre Nguyen Van Ly, il sacerdote vietnamita condannato nel 2006 a otto anni di prigione (nella foto: un momento del processo), malgrado le preoccupanti condizioni di salute “si farà bastare” la visita settimanale del medico del carcere e continua a sentirsi in comunione con la sua diocesi. Lo riferisce il sito dell’arcidiocesi di Hue - del quale dà notizia Eglises d’Asie - al termine di una visita che due sacerdoti hanno potuto rendere al prigioniero.
 
I padri Le Quang Quy e Le Quang Vien sono stati inviati dall’arcivescovo mons. Étienne Nguyen Nhu The in seguito al preoccupante resoconto sulle condizioni di salute di padre Ly fatto dalla sorella del sacerdote, Nguyên Thi Hieu, dopo una visita al campo di prigionia di Ba Sao, nel nordo del Paese.
 
La delegazione della diocesi ha visitato il carcerato il 17 settembre scorso. Prima dell’incontro i due sacerdoti hanno presentato alla direzione de centro di detenzione e ai rappresentanti del Ministero della pubblica sicurezza le richieste della diocesi: di permettere al sacerdote di essere visitato e curato all’ospedale, di creargli le condizioni necessarie per il compimento dei principali obblighi del suo stato sacerdotale e, infine, di affrettare la sua liberazione. Le autorità penitenziarie hanno risposto favorevolmente alle prime due richieste, ma nulla hanno detto sulla terza.
 
Padre Ly è apparso commosso e riconoscente per la visita dei due sacerdoti e dell’attenzione che hanno per lui i vescovi e i sacerdoti della sua diocesi. Ha assicurato della sua comunione con loro nell’eucaristia. Ha poi declinato la proposta dell’arcivescovo di farlo curare in ospedale, in quanto, secondo lui, parecchi prigionieri essendo più gravemente malati, hanno bisogno prima di cure mediche. Quanto a lui, gli basteranno la visita settimanale del medico del campo e le medicine fornite dai suoi parenti e dall’amministrazione penitenziaria…
 
Il prigioniero ha infine raccontato ai suoi confratelli i due incidenti più gravi occorsigli cinque mesi fa: una emorragia, il 13 marzo, e una paralisi passeggera alla fine dello stesso mese, dopo aver letto un articolo del quotidiano del Partito comunista, pieno di accuse odiose contro di lui.
 
Ha anche raccontato dettagli della sua vita quotidiana, della quale si è mostrato soddisfatto. Ha anche detto che continuava a tenersi al corrente delle vicende della diocesi e della Chiesa vietnamita, compresi gli avvenimenti più recenti, come la vicenda di Loan Ly. Anche queste informazioni, ha sottolineato, gli permettono di restare in comunione con la Chiesa del Vietnam.