Teheran sperimenta un missile capace di colpire Israele e le basi Usa nel Golfo
Il vettore Shahab-3 ha una portata di circa 2mila km. Il lancio, effettuato oggi, è stato trasmesso dalla tv di Stato al grido “Dio è grande”. Le esercitazioni militari iraniane alimentano le tensioni con la comunità internazionale. Il primo ottobre a Ginevra si aprono i negoziati con i Paesi del 5 +1.
Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Teheran ha sperimentato con successo lo Shahab-3, un missile a lungo raggio in grado di colpire Israele e le basi statunitensi nel Golfo. Lo ha annunciato oggi l’emittente di Stato Press TV, mostrando le immagini di un vettore lanciato in una zona desertica, al grido di “Allahu Akbar” (Dio è grande, ndr).
 
Ieri i Guardiani della rivoluzione, l'esercito parallelo al servizio dell'ayatollah Khamenei, ha sperimentato una serie di missili a corto e medio raggio. Oggi il lancio di due Shahab-3, vettore con una portata di circa 2mila km. Press Tv, canale satellitare iraniano in lingua inglese, spiega che il lancio del missile a lungo raggio si inserisce in una serie di “esercitazioni” più articolate chiamate “Grande Profeta 4”.  
 
Hossein Salami, comandante delle forze aeree dei Guardiani della rivoluzione, ha sottolineato la “buona riuscita” degli esperimenti militari, aggiungendo che “i missili hanno raggiunto il bersaglio con precisione”. Egli ribadisce i proclami bellicosi di Teheran, che risponderà “alle minacce al regime islamico” in modo “diretto, fermo, distruttivo”. Toni più morbidi arrivano da Hassan Qashqavi, portavoce del Ministero degli esteri, che parla di “esercitazioni di routine”, che hanno solo un fine “deterrente” e “nulla hanno a che vedere con le tensioni sul programma nulceare iraniano”.
 
Intanto non si placano le tensioni fra Teheran e la comunità internazionale, dopo la rivelazione nei giorni scorsi di un secondo impianto nucleare iraniano per l’arricchimento dell’uranio. L’annuncio è stato fatto in una conferenza stampa congiunta dei Capi di Stato e di governo di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, che promettono “nuove e più dure sanzioni” se l’Iran non abbandonerà il progetto di costruire la bomba atomica. Il regime degli ayatollah, di contro, continua a parlare di programma per “scopi civili”, che rivendica come “diritto” legittimo del Paese.
 
Il primo ottobre a Ginevra si apriranno i negoziati sul nucleare iraniano con i Paesi del 5 + 1; presenti i membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu – Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina e Russia – insieme alla Germania. I test di questi giorni potrebbero complicare ulteriormente il tavolo delle trattative, mentre Israele mantiene alta l’allerta e “non esclude” un attaccio preventivo per fermare lo sviluppo della bomba atomica.