Città del Vaticano (AsiaNews) - "Eucaristia e missione sono due realtà inscindibili" e " non c'è autentica celebrazione ed adorazione dell'Eucaristia che non conduca alla missione". Il giorno dopo la pubblicazione della "Mane nobiscum Domine (resta con noi Signore)", Giovanni Paolo II è tornato oggi a ribadire questo concetto che egli ritiene fondamentale. L'occasione gli è stata data oggi dall'incontro con centinaia di ragazzi che a Roma partecipano alla Missione agli adolescenti e giovani, dal titolo "Gesù al Centro", e all'incontro dei rappresentanti dei gruppi giovanili europei di Adorazione Eucaristica.
"Eucaristia e missione ha detto, tra l'altro, il Papa - sono due realtà inscindibili, come sottolinea l'apostolo Paolo: "Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga" (1 Cor 11,26). L'Eucaristia, infatti, è il memoriale dell'offerta redentrice di Gesù al Padre per la salvezza degli uomini. Attraverso il sacrificio sulla Croce, Gesù "fa" l'Eucaristia, rende cioè grazie al Padre. Questo mistero chiede a ciascuno di noi di rendere grazie con Cristo al Padre, non tanto con le parole quanto con la nostra stessa vita unita alla sua".
"Non c'è quindi ha ribadito - autentica celebrazione ed adorazione dell'Eucaristia che non conduca alla missione. Al tempo stesso, la missione presuppone un altro essenziale tratto eucaristico: l'unione dei cuori. La missione che state celebrando in questi giorni a Roma è un esempio di comunione tra tante aggregazioni laicali giovanili della Diocesi di Roma, parrocchie, sacerdoti, religiose e religiosi, seminaristi. Proprio perché avete condiviso la preparazione e la realizzazione di queste iniziative, siete divenuti protagonisti di esperienze che lasceranno un segno profondo non soltanto in voi, ma anche in tanti vostri coetanei incontrati nelle scuole, nelle piazze, nelle strade, negli ospedali e nelle chiese".
Le affermazioni sull'inscindibile rapporto tra Eucaristia e missione erano state fatte dal Papa già nel documento di ieri, nel quale affermava che l'Eucaristia, ossia la partecipazione alla "persona di Gesu'" deve avere varie conseguenze. Prima di tutto il senso della missione: "quando si e' fatta vera esperienza del Risorto, non si può tenere solo per noi la gioia provata", ma va annunciata e condivisa. "E' urgente che ciò venga fatto soprattutto nella nostra cultura secolarizzata che respira l'oblio di Dio e coltiva la vana autosufficienza dell'uomo". Non si deve perciò "avere paura" di parlare di Dio.
E come già ieri, anche oggi con i giovani, il Papa ha raccomandato anche la pratica dell'adorazione eucaristica, offrendo anche uno spunto autobiografico. " Vi assicuro ha detto ai ragazzi al momento del commiato - il mio ricordo al Signore durante la celebrazione della santa Messa e l'Adorazione Eucaristica, che, fin dagli anni della giovinezza, pratico costantemente. Sappiate ha concluso - che ne ho sempre tratto grandi frutti di bene, non soltanto per me personalmente, ma anche per tutti coloro che la Divina Misericordia mi ha affidato" (FP)