Polizia di Mindanao: P. Sinnott nelle mani del Milf. Ma si attendono conferme
di Santosh Digal
Per la polizia il missionario irlandese è stato consegnato a Latip Jamat, leader del Milf a Lanao del Norte. Ma fonti di AsiaNews non confermano. Vescovi filippini: preghiamo per la salute di P. Sinnott e per la sua liberazione. Missionari colombani escludono l’ipotesi di pagare un riscatto.
Manila (AsiaNews) – P. Michael Sinnott, 79enne missionario di S. Colombano, è nelle mani dei separatisti del Milf, il Fronte islamico di liberazione Moro. Ma fonti di AsiaNews attendono conferme più precise. Intanto vescovi filippini, sacerdoti e attivisti lanciano appelli per la liberazione del missionario irlandese.
 
Secondo la polizia il sacerdote, rapito lo scorso 11 ottobre a Pagadian (Mindanao), sarebbe stato consegnato a Latip Jamat, comandante del Milf a Lanao del Norte, nel sud delle Filippine. Ad affermarlo è Angelo Sunglao, capo della polizia a Zamboanga, secondo cui “p. Sinnott e i suoi rapitori sono arrivati nella città di Sultan Naga Dimaporo il 13 ottobre”. Sunglao spiega che “i rapitori hanno consegnato il sacerdote a Latip Jamat” ed è nascosto “in una località segreta” a Sultan Naga Dimaporo. P. Sinnott è stato avvistato per tre volte dal 12 ottobre, il giorno successivo al sequestro compiuto da una banda composta da sei uomini armati nell’istituto della Società di S. Colombano a Pagadian City. Le autorità hanno concentrato i sospetti verso gruppi affiliati ad Abu Sayyaf o i separatisti del Milf.
 
Fonti di AsiaNews a Mindanao, anonime per motivi di sicurezza, “non confermano” la versione fornita dalla polizia e aggiungono che la situazione è “molto delicata” ed è necessaria “estrema cautela” e “massimo riserbo” per ottenere il rilascio del sacerdote.
 
In un primo momento il portavoce del Milf aveva negato qualsiasi coinvolgimento nel sequestro, mostrandosi disponibile a collaborare per il rilascio del sacerdote irlandese. “Non sappiamo chi c’è dietro – ha affermato Eid Kabalu – ma ciò che conta è la nostra disponibilità a cooperare e assistere il governo nella ricerca [di p. Sinnott] per ragioni umanitarie”.
 
Nel frattempo si moltiplicano gli appelli per la liberazione del sacerdote. Mons. Angel Lagdameo, presidente della Conferenza episcopale filippina, chiede ai rapitori di rilasciare l’ostaggio per motivi umanitari e per le precarie condizioni di salute. “Invitiamo i fedeli a pregare – sottolinea il prelato – per la salute di p. Sinnott e perché venga liberato nel più breve tempo possibile”. P. Patrick O’Donoghue, superiore del sacerdote di S. Colombano, esclude l’ipotesi del pagamento di un riscatto, sottolineando che questa è una “politica seguita dalla Chiesa” nei casi di rapimento.
 
Al coro di voci che chiedono la liberazione di p, Sinnott si aggiunge anche l’appello di P. Angel Calvo, presidente di Peace Advocates Zamboanga, associazione impegnata nel dialogo fra cristiani e musulmani. “È un altro attentato alla sacralità della vita umana – scrive p. Calvo – contro l’ordine democratico che impone di vivere in modo dignitoso, in piena sicurezza e nella pace”.
 
Dal 1993 almeno 15 fra sacerdoti e pastori protestanti sono stati rapiti a Mindanao. Tra questi otto sono stranieri e sette di nazionalità filippina.