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Oltre 20mila cattolici ufficiali e sotterranei ai funerali del vescovo di Wenzhou
Alle esequie di mons. Lin Xili, vescovo non ufficiale, il governo vieta l'uso della parola "vescovo" e proibisce di vestire la salma con le insegne episcopali. Una lunga processione di due ore e mezza per la sepoltura nel cimitero di Panyang Hill a Qiliang.
Wenzhou (AsiaNews/Ucan) – Oltre 20mila fedeli della Chiesa sotterranea e di quella ufficiale hanno partecipato insieme ai funerali di mons.
Giacomo Lin Xili, vescovo non ufficiale di Wenzhou, morto il 4 ottobre all’età di 91 anni (vedi AsiaNews, 6/10/2009, “
É morto mons. Giacomo Lin Xili, vescovo sotterraneo di Wenzhou”).
Le due comunità hanno celebrato messe di suffragio separate, dal 5 al 10 ottobre, nella piccola chiesa di Qiliang a Yueqing gestita dai cattolici ufficiali. Secondo fonti dell’agenzia Ucan, la comunità sotterranea ha potuto commemorare il vescovo con una messa il 9 in condizione “di grande libertà e con una partecipazione mai vista prima”.
Il 10 ottobre le due comunità hanno invece dato insieme l’ultimo saluto al presule, primo vescovo di Wenzhou. Un lungo corteo (foto) ha accompagnato le ceneri di mons. Lin al cimitero cattolico di Panyang Hill. Oltre mille poliziotti hanno piantonato la chiesa di Qiliang senza mai intervenire nelle celebrazioni.
La processione del corteo, durata due ore e mezzo, era aperta da un’immagine di mons. Lin, alta due metri, caricata su un veicolo addobbato con fiori. Il governo ha vietato a fedeli e familiari di esporre una foto che ritraesse il vescovo con mitra e croce pettorale così come ha vietato che la salma fosse vestita con abiti episcopali. Fonti locali affermano tuttavia che, nonostante il veto delle autorità, i parenti hanno posto lo zucchetto vescovile sulla testa di mons. Lin prima della cremazione.
Il governo non ha mia riconosciuto il presule clandestino, che ha passato molti anni ai lavori forzati e agli arresti domiciliari. Le autorità hanno vietato che durante i funerali si usasse la parola zhujiao (vescovo) riferita a mons. Lin. concedendo però l’uso dell’appellativo mu, pastore.
Ai funerali hanno partecipato la maggior parte dei 19 sacerdoti della Chiesa ufficiale e dei 18 di quella sotterranea della diocesi di Wenzhou. Gli unici assenti erano i preti impossibilitati per gravi motivi di salute.
La processione che ha accompagnato le ceneri di mons. Lin al cimitero ha richiamato l’attenzione di molti non cattolici incuriositi dal corteo che per cinque chilometri ha sfilato lungo le strade di Yueqing portando corone di fiori, bandiere e striscioni colorati e suonando tamburi e flauti.
Secondo le autorità i fedeli presenti alla cerimonia non erano più di 8mila, mentre fonti locali affermano che per i funerali siano arrivati nella città più di 20mila persone tra cui molti cattolici originari di Wenzhou che vivono in altre parti della Cina.
Mons. Lin era una figura molto conosciuta e stimata dalle due comunità della diocesi che conta circa 120mila fedeli, alcuni dei quali emigrati in altre regioni del Paese. Il suo arresto, avvenuto nel 1999, i domiciliari a lui imposti nel 2003, e la malattia hanno contribuito a riavvicinare la comunità sotterranea e quella ufficiale che in passato hanno avuto anche forti momenti di tensione.
(Foto: Ucan)