Jakarta (AsiaNews) Una proposta di vietare la poligamia e di istituire i matrimoni interconfessionali sta causando forti contrasti tra i musulmani in Indonesia. Siti Musdah Mulia, capo del settore ricerca al ministero degli Affari religiosi del governo di Jakarta, ha proposto una serie di modifiche alla legge islamica, meglio conosciuta come sharia (nel paese con la sigla KHI).
Musdah Mulia e il suo gruppo di ricerca hanno proposto di abolire la poligamia e di introdurre il matrimonio tra persone di religioni diverse. Attualmente, quando un/a musulmano/a sposa un/a cristiano/a, uno dei 2 coniugi deve cambiare religione perché lo stato indonesiano non riconosce nessun tipo di matrimonio che non venga celebrato da un esponente religioso.
Secondo Mushad Mulia ha spiegato che dal 2002 esiste il background politico per una riforma di questo tipo, precisamente da quando il ministero per le Donne ha introdotto la cosiddetta "tolleranza zero" che ha cercato di ridurre la violenza nella società. Una forma di violenza che deve essere eliminata, sostiene la ricercatrice, è di carattere culturale: "Abbiamo riscontrato che in certi articoli della legge islamica si trovano alcune motivazioni culturali della violenza".
Già nel 2002 la sezione giudiziaria del ministero degli Affari religiosi aveva proposto una legge per i tribunali religiosi in materia di matrimonio e eredità. Ma la proposta era semplicemente la ripresa della legge islamica, senza nessun cambiamento: ad esempio, è prevista una multa di 20milioni di rupie (2mila$) per chi trasgredisce la normativa vigente per quanto riguarda la poligamia. "Ma chi monitora le violazioni? Può la polizia fare questo?" si chiede Musha Mulia. "Anche se la entrerà in vigore, essa sarà comunque uno stimolo alla corruzione. Per questo è meglio abolire del tutto la poligamia".
Musdah Mulia non è d'accordo con chi afferma che la sua proposta sia una "rivoluzione" nella sharia. A suo giudizio, l'abolizione della poligamia non è una novità per le società islamiche. Essa è stata adottata in Tunisia nel 1959 e in seguito anche in Turchia. La ricercatrice non si scoraggia di fronte all'opposizione già manifesta di alcuni parlamentari: "La gente deve capire che la legge islamica non è sacra nel senso che non può cambiare. Essa è invece adattabile e può essere modificata. La legge è stata fatta dagli uomini per il loro bene". La KHI è stata introdotta nel 1991 con un decreto presidenziale; fu decisa dal governo in seguito alle richieste popolari di uniformità rispetto alla varietà delle risposte dei tribunali religiosi.
In merito al matrimonio interreligioso, secondo Musdah Mulia sostiene che "un musulmano può non approvarlo, ma non si può imporre ad altre persone di seguire un altro credo".
I matrimoni fra persone di diversa religione non sono infrequenti in Indonesia: su una popolazione di 212 abitanti, i musulmani sono l'87,2% del totale, i cristiani il 9,7% (di cui 7milioni cattolici). Altre minoranze sono induisti (1,8%) e buddisti (1%). (MH)