Lo Sri Lanka annuncia: oltre 41mila profughi tamil stanno tornando nelle loro case
di Melani Manel Perera
Sono i componenti di 12 mila famiglie che dal 22 ottobre hanno cominciato ad abbandonare i campi profughi per raggiungere i distretti di Mullativu e Kilinochchi, un tempo roccaforti delle Tigri tamil. Nei centri restano ancora almeno 160mila persone. Il governo indiano: “Le operazioni di re insediamento devono avvenire più velocemente”.
Colombo (AsiaNews) – Il governo dello Sri Lanka ha iniziato il processo di reinsediamento dei profughi della guerra nelle loro terre di origine. A partire dal 22 ottobre, oltre 41mila rifugiati tamil, componenti di 12mila famiglie, hanno cominciato ad abbandonare i campi profughi per tornare alle loro case nei distretti di Mullativu e Kilinochchi,
 
Basil Rajapaksa, fratello e conigliere del presidente dello Sri Lanka, afferma che si tratta del “più veloce programma di reinsedimento al mondo”. Secondo le autorità governative il nuovo programma riguarderà 10017 persone destinate alle aree di Poonakary e Karachchi nel distretto di Kilinochchi, 6631 saranno reinsediate nella zona della città di Mannar, 16394 prenderanno la strada di Oddusudan, Manthai-East e Thunukkai nel distretto di Mullativue, mentre altre 2583 famiglie verranno ricollocate in quello di Vavnuiya. Esse si vanno ad aggiungere alla circa 50mila reinsediate in diversi luoghi nel corso degli scorsi mesi
 
Il governo ha stabilito che ogni famiglia riceva utensili da cucina, attrezzi per l’agricoltura e coperture per i tetti delle abitazioni che le attendono. Oltre a questo le autorità hanno garantito 25mila rupie (poco più di 140 euro) per ogni nucleo familiare e razioni di cibo non deperibile per i prossimi sei mesi .
 
Il presidente Mahinda Rajapaksa ha indirizzato una lettera ad ogni famiglia pronta ad abbandonare i campi profughi. In essa ricorda ai rifugiati l’impegno del governo per garantire loro “una nuova vita più accettabile” ricordando le violenze compiute dai ribelli tamil.
 
L’inizio del reinsediamento dei profughi avviene a poche settimane dall’incontro tra Rajapaksa e una delegazione di parlamentari indiani in occasione della quale il presidente aveva assicurato il ricollocamento dei rifugiati nelle terre di origine entro la metà di ottobre.
 
Da New Delhi giungono parole di soddisfazione per l’avvio del programma di ricollocazione delle cosiddette Internally displaced persons (IDPs). Ma Preneet Kaur, Ministro di Stato per gli affari esteri, ribadisce che “le operazioni devono avvenire più velocemente”. A preoccupare il governo indiano e le organizzazioni sanitarie sono le condizioni in cui sono costretti a vivere gli IDPs nei campi. La stagione delle piogge ha già cominciato ad allagare i centri aumentando il livello di emergenza. Nonostante il rientro dei 41 mila rifugiati iniziato il 22 ottobre il numero degli IDPs ancora segregati nei campi rimane alta: secondo una stima approssimativa sono ancora più di 160mila.