Goldstone sfida gli Usa sui crimini di Gaza. La Cina si schiera con Israele
Secondo il giudice sudafricano “la stragrande maggioranza dei critici non ha neanche letto il mio rapporto” perché “le critiche non vanno alla sostanza del documento”. La Cina assicura Israele: il rapporto non verrà discusso al Consiglio di Sicurezza.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Il giudice Richard Goldstone, autore del rapporto Onu cha accusa Israele e Hamas di crimini di guerra a Gaza, sfida gli Stati Uniti: “Devo sempre capire da parte dell’amministrazione Obama quali mancanze ci sono nel mio rapporto. Sarei felice di rispondere alle contestazioni se mi dicessero se ci sono e quali sono”.
 
In una intervista rilasciata ad Al Jazeera, Goldstone lamenta la posizione ambigua di Washington   che  da una parte sostiene l'importanza di un'inchiesta per Israele e Gaza; dall'altra afferma che il rapporto è insufficiente”. Per il giudice sudafricano, accusato da entrambi i lati di imparzialità, “la stragrande maggioranza dei critici non ha neanche letto il mio rapporto” perché “le critiche non vanno alla sostanza del documento”.
 
Il 16 ottobre scorso il rapporto è stato approvato alla Commissione dei Diritti umani a Ginevra , con 25 voti favorevoli su 47, aprendo la strada verso la sua discussione al Consiglio di Sicurezza Onu. Ma lo stesso giudice sudafricano è pessimista sul futuro del suo documento al Palazzo di vetro.
 
Per renderlo inoffensivo è sufficiente che gli Usa pongano il loro veto nel Consiglio di Sicurezza. Si tratterebbe di una soluzione estrema che però forse non sarà necessaria. La Cina infatti ha scelto di non voler nemmeno far discutere il rapporto . Dopo aver votato a favore della risoluzione a Ginevra , Pechino ha assicurato Tel Aviv che la votazione alla Commissione per i Diritti umani è stata l’ultimo capitolo del rapporto Goldstone.
 
Il 22 ottobre Tzachi Hanegbi, parlamentare israeliano, membro di una delegazione in visita in Cina, ha affermato che “ormai Cina, Russia ed altri Paesi, che hanno appoggiato il rapporto [a Ginevra], hanno capito che questa deve essere la fine del suo cammino perché se il Consiglio di Sicurezza passasse la questione al Tribunale internazionale per i crimini di guerra questo avrebbe terribili conseguenze sui colloqui di pace”.
 
Da parte sua il primo ministro Benjamin Netanyahu ha istituito una commissione di esperti legali e ufficiali del ministero degli esteri per riesaminare il materiale raccolto dall’Israel Defence Forces (Idf) sull''operazione Piombo Fuso, ma non ha aperto un'inchiesta, come invece è richiesto dal rapporto Goldstone.
 
Allo stesso tempo Tel Aviv sta tentando di delegittimare il rapporto, coinvolgendo il maggior numero possible di Paesi. La nuova strategia di Tel Aviv punta a mettere in discussione le leggi internazionali sul diritto alla guerra, giustificandosi con la necessità di combattere il terrorismo.